
Bene, ora abbiamo il grande privilegio di aprire la parola di Dio; il più grande privilegio, quello di sentire la voce di Dio così come lui l’ha comunicata sulle pagine della Santa Scrittura. Il testo questa mattina è Luca 23 e ci troviamo, ovviamente, alla croce di Cristo. Percorrendo questo vangelo di Luca, abbiamo viaggiato con Luca lo storico dalla prima introduzione di Zaccaria ed Elisabetta e la promessa del precursore del Messia, Giovanni il Battista. Dalla nascita del Signore Gesù stesso, abbiamo cantato con Maria, la lode del fatto che è nato un redentore, l’abbiamo visto crescere, servire e siamo andati con lui nel corso di tutte le sue prove e trionfi, ed ora ci troviamo con lui, per cosìdire, ai piedi del Calvario, assorbendo la stupefacente realtà della crocifissione di Cristo. Lasciatemi leggere per voi a partire dal versetto 32 fino al versetto 39, che è il passaggio a cui ho fatto riferimento nel nostro ultimo messaggio il quale lo esamineremo più approfonditamente questa mattina. “Ora, altri due, malfattori, erano condotti per essere messi a morte insieme a lui. Quando furono giunti al luogo detto “il Teschio”, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesú diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: “Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!” Pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!” Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: questo è il Re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”
Nel nostro ultimo sguardo a questo passaggio ho usato il titolo, “La commedia nel Calvario.” Capisco bene che è una nozione sbalorditiva il fatto che questa sia una commedia, ma è precisamente ciò fu inteso dai crocifissori. Per loro, Gesù era un oggetto di ridicolo assoluto, come re, era ridicolo. Quest’intera sceneggiatura fu intesa come una presa in giro del fatto che lui era un re. Non aveva un esercito, non aveva sovranità su niente o nessun luogo. Aveva un gruppo di seguaci scarso e minimo. Non aveva conquistato nè liberato nessuno e niente. Non c’era nulla in lui che sembrasse una potenza, di fatto era sempre più debole e debole e debole. E dunque, e dunque l’intera cosa era così comica che la tramutarono in una specie di caricatura. Quì, coloro che si radunarono alla croce derisero Gesù sogghignando ed insultando Gesù con sarcasmo. Si sforzarono di trattare il Figlio di Dio con tutto il disonore possibile e con tutta la mancanza di rispetto e disprezzo e vergogna che potevano produrre.
Infatti, dopo tutto, questo è Dio il Figlio. Dunque, questa è una bestemmia di proporzioni monumentali. Ecco il peccato al suo apice. Ecco il peccato alla sua espressione finale. Ecco il culmine della blasfemia. Deridere il divino, sbeffeggiarsi del Dio incarnato, e riversare il sarcastico disprezzo sul creatore e sul redentore con soddisfazione glibica. Il vero Re, il vero Messia, peccatori non possono fare peggio di questo. Niente che un peccatore possa fare potrà mai offendere Dio più di questo. La bestemmia non può esser peggiore di questo. Potremmo chiederci che alla luce dell’efferatezza di questo atto, forse è il momento che Dio agisca. Dovremmo aspettarci un Dio santo e giusto reagire a questo tipo di blasfemia riversando ira, furia e vendetta su coloro che ne stavano perpetrando questo su di lui. Anche nel mondo dei falsi dei, quelli inventati dagli uomini e dai demoni nessun dio falso tollerebbero qualcosa di simile. E non dovrebbe il Dio vero e santo mantenere la sua dignità in qualche misura? Mantenere di qualche misura il suo onore? Non dovrebbe il Dio vero e santo che si rivelò tale nella prova più convincente della sua divinità, reagire con una santa ira e provocare una morte con giudizio instantaneo dopo esser stato bestiammiato in tale modo? Il giudizio verrà quaranta anni dopo questo nella distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani. Molte, se non tutte queste persone che saranno ancora vive, moriranno quaranta anni dopo in quel giudizio. Molti moriranno ancora prima che quello avvenga. Ma non sembra forse una pazienza eccessiva? Quanto è tollerante la santità? Quanto è paziente la giustizia? Quanto possono mai resistere la misericordia e la grazia divina? Se mai ci fosse stato un momento in cui l’ira di Dio sarebbe stata giustificata se arrivasse velocemente, sarebbe stato questo.
Ebbene, in una strana ironia, il suo giudizio venne velocemente sulla croce, ma non venne sulla folla, venne su Gesù per conto di coloro che lo bestemmiarono. L’Antico Testamento è chiaro sulla bestemmia, Levitico 24:16 dice questo: “Chi bestemmia il nome dovrà essere messo a morte.” È un crimine capitale quello di bestemmiare il nome di Dio, erano bestemmiatori, e loro lo sapevano. Erano contenti di bestemmiarlo, di pronunciare maledizioni sul suo conto, di abusarlo, questo era esattamente quello che stavano facendo. Con una torsione perversa, comunque, accusarono lui di essere il bestemmiatore. Quando all’inizio del suo ministero, Gesù dimostrava di aver autorità di perdonare il peccato, Matteo 9, dissero “quest’uomo bestemmia”. E quando arrivi verso la fine di Matteo, al capitolo 26, Gesù gli rispose, “Tu l’hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo” Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: “Egli ha bestemmiato; che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia” “È reo di morte”. Allora gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono.”
Loro sono i bestemmiatori, ma con una torsione perversa fanno di lui il bestemmiatore, e sono pure quelli che pensano di esser i paladini della giustizia. Nel vangelo di Giovanni, al capitolo 10, ci sono un paio di versetti, versetto 33, “I Giudei gli risposero: “Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”. E poi al versetto 36 Gesú rispose loro: “a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che bestemmia, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio?” L’intera faccenda è contorta, la giustizza dovrebbe ricadere su di loro, invece cadde su Cristo. Il giudizio dovrebbe schiacciare loro ed invece schiaccia Cristo. Lo accusarono di bestemmia e loro erano i bestemmiatori. Certamente, il nostro Signore aveva tutto il diritto di giudicarli, aveva tutto il diritto di distruggerli sul posto e di catapultarli per sempre all’inferno. Ci sono precedenti da parte dei profeti dell’Antico Testamento. Mi viene in mente Abacuc, quel profeta che non poteva capire il perchè Dio non portasse il giudizio su un’Israele apostata, e nel capitolo 1 della sua profezia, al versetto due dice, “Fino a quando, o Signore, fino a quando? Fino a quando tollererai l’apostasia d’Israele?” e mi viene in mente Apocalisse 6:10 dove i martiri, in un momento futuro, nel periodo quando arriverà la tribolazione nel mondo, coloro che soffrirono il martirio sotto la mano potente dell’anticristo si troveranno anche sotto l’altare innalzando preghiere a Dio dicendo, “fino a quando, o Signore,” e “santo,” e “vero.” Ti asterrai dal giudicare e vendicare il nostro sangue su coloro che abitano sulla terra? Anche i santi del passato e nel futuro, e certamente nel presente si meravigliano alla pazienza di Dio. Com’è strano che si trovano all’evento del Calvario quando la furia di Dio sarebbe dovuta scendere sulla folla e invece cadde su Cristo per la folla, in loro favore. Ma voi sapete, questo non è incoerente con il carattere di Dio, e vi darò un’illustrazione di questo dall’Antico Testamento. Tornate a Isaia, tornate a Isaia. Se non siete familiari con la profezia d’Isaia, vi incoraggerei a familiarizzarvici. E potete farlo leggendola. Sì è una buona cosa quella di leggere e leggere e rileggere perchè è incriminante, è piena di giudizio pronunciato ed è ricolmo di promesse di salvezza. E vi ci vedrete il cuore di Dio, una vera valutazione della condizione dei peccatori, una vera proclamazione del giudizio a venire, però nello stesso momento, misericordia e grazia inevitabilmente estesa su di loro. Per esempio, si vede una sorta di microcosmo su di questo nel primo capitolo di Isaia. Dio dice nel versetto due: “vi siete ribellati contro di me”, nel versetto tre: “il bue conosce il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento”. Guai alla nazione peccatrice, popolo carico d’iniquità, razza di malvagi, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, hanno voltato le spalle e si sono allontanati”. Che tragedia, quanto è grave questo? Versetto 5, la seconda parte del versetto. “Tutto il capo è malato, tutto il cuore è languente.” Quanto è grave? Versetto 6, “Dalla pianta del piede fino alla testa non c’è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio.” Israele è come un corpo livido e picchiato, martellato, malato e debole. Dio porta una pronuncia di giudizio. “Il vostro paese è desolato, le vostre città sono consumate dal fuoco.” Versetto 7, “i vostri campi li divorano degli stranieri, sotto i vostri occhi; tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari.”
Questo è lo schema di Isaia, peccato e giudizio. Ma guardate giù al versetto 16, bè, forse il versetto quattordici è un buon punto di partenza, “L’anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.” Si trovano in una condizione seria, e poi dice questo, “Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova!” e poi l’invito, “Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.” Quel versetto magnifico è l’offerta di grazia e misericordia di Dio verso un popolo peccaminoso sul quale Egli ha pronunciato giudizio che è pronto a riversarsici contro a meno che si ravvedino. Questo modello, tra l’altro è sostenuto per tutto il libro di Isaia nel modo più magnifico. Abbiamo forse solo il tempo di guardarne a un paio. Capitolo 40, dopo tutti i tipi di promesse di giudizio a venire, il capitolo 40 incomincia, “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che il tempo della sua schiavitú è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato, che essa ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati.” La salvezza la attende. Un espressione incredibile di misericordia.
“Sta arrivando la preparazione della via del Signore nel deserto, una strada appianata nel deserto per il nostro Dio. Ogni valle sarà colmata ed ogni ogni monte e ogni colle sarà abbassat; i luoghi scoscesi saranno livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti, allora la gloria del Signore sarà rivelata,e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca del Signore l’ha detto,” stà arrivando una salvezza grande e gloriosa. Lo stesso tono è riportato nel capitolo 42, versetto sei, “Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia e ti prenderò per la mano; ti custodirò e farò di te l’alleanza del popolo, la luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi, per far uscire dal carcere i prigionieri e dalle prigioni quelli che abitano nelle tenebre. Io sono il Signore; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro,” Questo si riferisce al Messia, che sarebbe il servo menzionato all’inizio del capitolo 42. Così, lui nomina per questa nazione disobbediente, peccaminosa, malvagia e, per così dire, nazione condannata, l’arrivo di una salvezza, l’arrivo di un regno e l’arrivo di un Messia. E troverete la stessa cosa all’inizio del capitolo 43, lo troverete al capitolo 52 ed al capitolo 53.
Ma, andate al capitolo 55, e questa è una sezione magnifica della Scrittura. Dopo ulteriori pronuncie di giudizio ed accuse di peccato, “O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!” La salvezza è sempre gratuita, è sempre per grazia. Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti! Porgete l’orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete; io farò con voi un patto eterno, vi largirò le grazie stabili promesse a Davide.” E poi diventa più personale al versetto 6, “Cercate il Signore, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al Signore che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare.” E voi potreste dire, “Non capisco Dio, non capisco come Dio possa mai guardare a persone che si sono apoteosi, persone che si sono allontanate, persone che hanno solo mostrato ribellione, rivolta e sulle quali Egli pronunciò giudizio. Come può poi Dio darsi a loro in tale maniera? La pazienza di Dio è così grande?
La risposta arriva al versetto otto, “Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie,” dice il Signore. “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, cosí sono le mie vie piú alte delle vostre vie, e i miei pensieri piú alti dei vostri pensieri.” Quando esaurisci la pazienza, Dio non la esaurisce. Quando vedi qualcosa e pensi che la pazienza di Dio dev’esser per forza di cose esaurita perchè la mia sarebbe già esaurita da molto tempo, la sua non lo è. E la risposta è che Dio è ben al di là di noi stessi, infinitamente oltre a noi nel modo in cui pensa ed agisce. L’unicità di Dio è questa: che quando Egli è enormemente offeso, e quando è inesorabilmente offeso, si dirige verso i trasgressori ed avvertendoli del giudizio a venire gli offre perdono, misericordia, grazia e compassione, li rende suoi figli e li porta nel suo cielo santo per sempre. Ed è proprio quel Dio che è appeso alla croce. Quel Dio la cui pazienza è di gran lunga superiore alla nostra perchè le sue vie non sono le nostre ed i suoi pensieri non sono i nostri. Il contrasto stupefacente del Calvario è quello tra gli insulti spietati della folla e la misericordiosa intercessione di Cristo, e questi sono i due punti che vorrei farvi notare. Gli insulti spietati della folla, versetto 35. Guarderemo agli insulti spietati della folla. La folla è composta da quattro gruppi: c’è il popolo, le guide, i soldati ed i malfattori, e tutti hanno la stessa risposta nei confronti di Gesù. Sono letteralmente privi di compassione, sono senza cuore, crudei, brutali.
Versetto 35, “ed il popolo stava lì a guardare,” ora Luca ci ha dato la miglior interpretazione possibile su quella folla. Secondo Luca, sembra che essi si ritrovino in una sorta di stupore, come se stessero guardando una specie di sport sanguinoso, semplicemente guardando ed osservando lo sviluppo della commedia. Ora ricordatevi che l’intera faccenda fu messa in scena dai Giudei ed i Romani per esser comica. Gesù stava affermando di esser un re, e questo era ridicolo, e dunque questo divenne il punto d’innesco dell’intera barzelletta. Tutto il ghigno, tutto lo scherno, tutto il sarcasmo offensivo è stabilito sull’idea che Gesù affermò di essere un re. Ricordatevi che iniziò prima di questo, come vedremo in precedenza con i soldati, quando gli misero la veste e gli diedero la canna ed infilzarono la corona di spine sul suo capo. E continuò quando lo misero sulla croce perchè lo misero sulla croce con due malfattori e si assicurarono di crocifiggerne uno su un lato e l’altro sull’altro in modo da rispecchiare, in modo beffardo, un re con i suoi due sudditi più importanti, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. E poi lo ridicolizzarono con sarcasmo del fatto che se era un re, allora forse poteva esercitare un po’ del suo grande potere. Lo schernirono, e lo fecero senza commiserazione. Non c’è alcuna compassione in questa folla, nessuno gli mostrò compassione e questa era la scena più brutale che si possa immaginare.
Potremmo aspettarci crudeltà da parte dei soldati Romani perchè facevano questo genere di cose ogni volta. C’erano dei boia di mestiere che lo misero sulla croce, e potremmo aspettarci crudeltà da parte dei capi, delle guide religiose, perchè avevano già dimostrato quanto erano crudeli caricando sulle persone dei pesanti fardelli che non fecero mai nulla per aiutarli. Erano brutalmente scortesi con i peccatori e gli esattori di tasse ed erano il tipo di persone che Gesù riceveva. Potremmo aspettarci una brutalità insensibile da parte dei criminali perchè erano criminali per professione e sicuramente la commiserazione e la compassione erano già da tempo andate, per cui non siamo da loro sorpresi. Ma non dovremmo forse aspettarci che per lo meno la folla sarebbe un po’ più comprensiva? Cioè queste probabilmente erano le persone che erano state guarite da certe malattie da parte di Gesù. Queste erano le persone che avevano sperimentato i miracoli che Gesù aveva compiuto nella zona di Giudea e di Gerusalemme, e cen’erano molte da tutte le parti del nord della Galilea. Probabilmente, e sicuramente, c’erano persone tra la folla che erano tra quei 5.000 che furono nutriti quando Gesù creò il cibo. Certamente c’erano persone che conoscevano bene coloro che erano stati guariti, o che forse avevano riacquistato l’udito o la vista, o che erano stati guariti per camminare di nuovo da una paralisi. Voglio dire, non ci aspetteremmo di trovare un po’ di compatimento in loro? E non ascoltarono gli insegnamenti di Gesù e sperimentarono la mietezza e la gentilezza e l’amore di Cirsto che era così manifesto nella bellezza e la magnificenza di ciò che insegnava?
Però, persino la folla era spietata. E voi dite, “Aspetta un attimo, tutto quello che dice in quel versetto è che le persone stavano lì a guardare.” Beh, questo non è tutto quello che si potrebbe dire della folla spietata, mi dispiace dire che questa è una grande folla, provengono dappertutto, è la Pasqua e la città è ripiena di centinaia di migliaia di persone e la folla movente verso il Calvario dal processo pubblico di prima mattina, sta crescendo e crescendo e crescendo, perchè Gesù è di gran lunga la persona più popolare del paese e sta attirando una folla enorme che è attualmente radunata intorno alla croce. Queste erano le persone che si trovavano lì per acclamarlo come possibile re, il Lunedì quando entrò nella città. Erano le stesse persone che invece più presto quella mattina gridavano, “Crocifiggilo! Crocifiggilo!” ed ora invece sembravano esauste, potrei dire, con una sorta di sguardo vuoto da quello che ci dice Luca. Però Matteo e Marco ci dicono di più. Matteo e Marco ci dicono quello che dobbiamo sapere. Matteo 27:39, “E quelli che passavano di là”, la folla brulicante, la folla brulicante, “lo ingiuriavano, scotendo il capo, un gesto di scherno, e dicevano: “Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giú dalla croce!” Cosí pure, i capi dei sacerdoti, ecc.” Per cui abbiamo la folla e le guide. Marco 15, versetto 29, “Quelli che passavano lí vicino lo insultavano, scotendo il capo e dicevano: “Eh, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso e scendi giú dalla croce!” di nuovo, nello stesso modo in cui si possono distinguere i governanti dalla folla passante. La folla era presente, era stata orchestrata dalle guide, era facilmente sedotta dal loro incredulo cuore malvagio, erano facilmente sedotti dalla manipolazione delle loro guide. Raccolsero la burla comica e riversarono il sarcasmo velenoso su Gesù. Questa folla non fa mai la cosa giusta. Non hanno fatto la cosa giusta per l’intera settimana. Sono semplicemente ripugnanti, senza pietà contro il misericordioso figlio di Dio. Incredibile, incredibile. Questa è la peggior condotta possibile da parte del popolo d’Israele. Dunque, la folla spietata, e poi, i governanti spietati, torniamo a Luca 23:35, “E anche i magistrati si beffavano di lui,” ovviamente l’avevano orchestrata tutta, “dicendo: “Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!” E poi usarono due termini Messianici, il Cristo di Dio, l’unto, la parola “Messia”, e “l’eletto” è un titolo Messianico tratto da Daniele capitolo 9. Le espressioni dell’Antico Testamento riferenti al Messia sono in riferimeno, in riferimento generale, quando usano il termine, il Cristo di Dio. I termini più specifici, come “l’eletto” viene da Daniele 9 e sono definitivamente titoli Messianici.
Per cui lo derisero per pretendere di esser il Messia, lo derisero per pretendere d’essere lo scelto di Dio. Si beffarono di lui, termine molto forte, usato solo quì ed un’altra volta nel vangelo di Luca ma da nessun’altra parte nel Nuovo Testamento. La parola in Greco per naso è muktēr. Questa parola è ekmuktērizō, che significa tirare il naso all’insù; una parola composta che allude, in modo estremo ad un’intensa derisione e disprezzo, lo bestemmiarono. E a proposito, notate per favore il fatto che non parlano con Gesù, non si rivolgono mai a lui. Non c’è traccia che la folla abbia mai parlato con lui alla croce. Parlano di lui alla folla, “Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!” Non parlano mai a Cristo. La loro intenzione è quella di sobillare la folla, e dunque non si rivolgono mai a Gesù. “Ha salvato altri, salvi sè stesso.” Che cosa intendono dire con tale pura ridicolezza sarcastica? Non ha salvato nessuno. Chi ha mai salvato? Da cosa? Non ha liberato nessuno, però certamente, la loro prospettiva era di una liberazione politica, militare.
Allora, visto che ha compiuto una così grande opera nel salvare tutti e nel liberare tutto Israele, lasciate che si liberi da sè. Una completa presa in giro. Tra l’altro, erano molto orgogliosi di essere coloro che intrappolarono questo re fasullo. Molto orgogliosi. E se ne prendevano la responsabilità, dicendo che il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli. Secondo il racconto di Matteo, Matteo 27:42, “Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Se lui è il re d’Israele, scenda ora giú dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: “Sono Figlio di Dio,” vedete, dicevano queste cose senza aver la minima idea di cosa stessero dicendo, ascoltate a questo. Salmo 22 guarda alla croce di Cristo, è una profezia, ed inizia in questo modo, questo è l’inizio del Salmo 22: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” sembra familiare? Le stesse parole di Gesù sulla croce. Ma, passiamo al versetto 7, Salmo 22:7, “Chiunque mi vede si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo,” Questo è esattamente quello fecero. Dicendo: “Rilasciati al Signore, fate si che Egli lo liberi, fate si che Egli lo soccorri visto che si diletta tanto in lui,” tutto quel sarcaso fu predetto nel Salmo, e lo adempirono alla lettera.
E tralaltro, potete tornare al nono capitolo di Luca nei versetti 20 e 35 vedrete che Gesù si appropriò del titolo il Cristo di Dio, e si appropriò del titolo “lo scelto”, essi sapevano che lo affermava, solo che per loro questo era semplicemente ridicolo e così lo tramutarono in una barzelletta. Ricordatevi, Paolo dice in 1 Corinzi 1 che un Messia crocifisso, è per i Giudei uno scandalo ed ovviamente, per i Gentili pazzia. Concepivano d’uno appeso ad un albero come maledetto da Dio, in accordo con Deuteronomio 21:23, e Gesù era maledetto da Dio, e dunque gli gettarono addosso tutto il disprezzo del fatto che lui fosse il vero Messia e re che stavano aspettando. Come può esser vero? È assurdo. Le guide orchestrarono tutto ed incitarono la folla insensata. Non sapevano, come ho detto, il fatto che si trovava sotto la maledizione di Dio, e quello era vero, inoltre, Isaia 53:4 dice, “percosso da Dio e umiliato,” ed il versetto 10 dice, “il Signore ha voluto stroncarlo, mettendolo a morte.” Paolo guardò indietro su quella profezia e disse che Egli fu reso una maledizione per noi, ma per le persone questo non aveva senso.
C’è un terzo gruppo. C’è un popolo spietato nella folla, ci sono delle guide spietate, ed in terzo luogo ci sono dei soldati spietati. Versetto 36, “Pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!” Non sapevano nulla di teologia Ebraica, si unirono al gioco, seguirono la stessa linea. Questi soldati spietati lo schernirono. Lo derisero, la parola greca di fatto è empaizō significa “deridere”. Infliggendogli ancora più dolore mentre pendeva in agonia. Ed in un finto atto di obbedienza e di servizio come se fosse un re, gli offrirono dell’aceto. Ora, ci furono un paio d’occasioni che furono identificate chiaramete di quando Cristo fu crocifisso e gli fu offerto qualcosa da bere. La prima fu quando lo portarono al luogo della crocifissione, vi ricordate che gli offrirono una bevanda che conteneva del sedativo, che probabilmente sarebbe stato usato per sedare un po’ la persona in modo che sarebbe stato più facile inchiodarla alla croce senza che lottasse, e Gesù la rifiutò, vi ricordate?
E poi, sei ore dopo, quando stava quasi per morire, proprio alla fine, alle tre del pomeriggio, quando stava per morire, disse, “Ho sete,” e gli diedero da bere su una spugna posta all’estremità di un bastone. Però questo mi pare essere qualcosa di diverso da entrambe. Mi sembra che faccia parte del gioco che stavano giocando, questo non è certamente il fatto che gli diedero l’aceto in risposta alla sua richiesta. Questo non sembra essere il sedativo perché lui era già lì e la presa in giro era già iniziata. Mi sembra proprio che quì gli stiano offrendo dell’aceto e contemporaneamente gli stiano dicendo: se sei il re dei Giudei, salva te stesso. Era un finto atto di omaggio, come se stessero portando del vino reale al re. La presa in giro raggiunge delle proporzioni esuberanti. I soldati romani bevevano una sorta di vino economico, glielo offrirono imitanto i governanti, imitando il popolo, sputando gli stessi insulti.
Il versetto 38 è una nota molto importante nel testo. C’era anche un’iscrizione sopra di lui, “Questo è il re dei Giudei,” ed ovviamente questo è il tema che prepara il palcoscenico per l’intera commedia. Tutto era organizzato attorno a quell’idea, da dove veniva quell’iscrizione? Giovanni 19 ce lo dice. Storicamente sappiamo che quando le persone venivano crocifisse, il loro crimine veniva affisso e poiché Gesù non aveva commesso alcun crimine, non poteva esserci alcun crimine affisso sopra di lui. Così Pilato decise cosa doveva esserci sull’iscrizione. Pilato, in Giovanni 19:19, Pilato scrisse un iscrizione e la mise sulla croce. Questa era opera di Pilato, e disse così, “Gesù, il Nazareno, il Re dei Giudei.” Se unisci Matteo, Marco, Luca e Giovanni di fatto dice, “Questo è Gesù di Nazaret, il re dei Giudei” Il tutto fu affisso proprio lì. E bene, quell’iscrizione fu letta da molti Ebrei perchè il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città e questa è un ulteriore ragione per la grande folla. Era scritta in Ebraico, Latino e Greco. Pilato voleva che tutti lo sapessero Perciò i capi dei sacerdoti dei Giudei dicevano a Pilato: “Non lasciare scritto: “Il re dei Giudei”; ma che egli ha detto: “Io sono il re dei Giudei”. Pilato rispose: “Quello che ho scritto, ho scritto”. Pilato non voleva cambiarlo perché questo era il suo modo di deriderli. Si presero gioco di lui, lo misero nell’angolo proverbiale e lo ricattarono nel giustiziare un uomo che sapeva esser innocente. Persino sua moglie disse, lavati le mani di quest’uomo innocente. Pilato disse molteplici volte, “non trovo nessuna colpa in quest’uomo.” Erode non trovò alcun crimine, a Pilato lo fecero apparire come uno sciocco ed egli non aveva alcuna intenzione di lasciare le cose come stavano, perciò voleva ribaltare la situazione e far apparire loro come degli sciocchi. Questo era lo scherzetto di Pilato. Questo è Gesù di Nazaret, il Re dei Giudei. Gli dissero, toglilo e metti, “egli ha detto: “Io sono il re dei Giudei”. Ma egli rispose: “Quello che ho scritto, ho scritto”. Per cui abbiamo il popolo che deride Gesù e Pilato che deride il popolo.
E comunque, un’ iscrizione come quella posizionata al di sopra, indica che la croce era una croce tradizionale, con una parte della colonna verticale che si estendeva al di sopra della traversa, dove sarebbe stato posto il segno. Invece di essere una croce a forma di T, visto che questa era posta al di sopra della sua testa. Un’altra cosa sui soldati, indietro al versetto 34, alla fine del versetto: “ Poi, divisero le sue vesti tirandole a sorte”. A proposito, questa era la procedura standard. Ai boia gli veniva impartito il diritto di tenersi i beni. Gli ultimi possedimenti dei vestiti o delle cose delle persone che venivano giustiziate. In un certo senso, immagino che fosse una specie di beneficio per l’occupazione, una sorta di gratifica. Ora, ci sono un po’ più dettagli su questo al libro di Giovanni, perché Giovanni ci dà alcune informazioni su ciò che i soldati fecero esattamente. In Giovanni 19:23, “I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesú, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti”, ci sarebbero state quattro parti, c’erano quattro vesti che un uomo di allora indossava. C’era, la veste esterna che ti teneva caldo, come una giacca. E ci si dormiva e si usava come trapunta. E c'erano delle calzature o dei sandali. C’era la parte della testa e c’era il cinto o una cintura, quattro pezzi.
Sappiamo che c’erano quattro soldati romani assegnati alla crocifissione. E, se guardate in Atti 12:4, leggerete di un picchetto di romani. Era un picchetto composto da quattro. In effetti, interamente era quattro unità di quattro. Quindi, è molto probabile che ci fossero quattro soldati nel picchetto per la morte. Ecco perché le vesti potevano dividersi in quattro. Uno per ciascuno dei quattro. Ma c'era anche una tunica che sarebbe stata il loro abbigliamento regolare, e quella tunica era senza cuciture, era tessuta, era fatta in un unico pezzo, e così hanno detto: “Non strappiamola. Tiriamo a sorte per decidere di chi sarà”. affinché si adempisse la Scrittura che dice: “Hanno spartito fra loro le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica”. Questo si trova anche nel Salmo 22.
Così, questo è quello che facevano, tirarono a sorte, divisero i suoi vestiti tra di loro. Ognuno tenne un pezzo, e poi uno di loro vinse la tunica. Ora, se ci pensate, vi potete rendete conto che Gesù fu spogliato di tutto. Fu spogliato di tutti i suoi vestiti, e rimase nudo tranne che per l’intimo. E fecero di tutto per spogliarlo di tutta la sua dignità, se ancora fosse rimasto qualcosa della sua dignità. Volevano far si che egli diventasse un tale scherno da non lasciarne nulla. Ed è appeso lì nudo, non posso fare di pensare a questo e di ricordare che quando Adamo ed Eva caddero nel peccato, furono immediatamente consapevoli di essere, cosa? Nudi. La nudità era associata alla colpa morale. È il simbolo della vergogna davanti a Dio. E cercarono di coprirsi, e ci riuscirono, e Dio arrivò in Genesi capitolo 3, uccise un animale per coprirli da quella vergogna e nudità, quel simbolo di vergogna morale e di colpa. Dio stesso fece una tunica. E, qui al Calvario, Gesù fu spogliato nudo al nostro posto. Gesù era nella posizione di manifestare il simbolo della colpa morale e della vergogna morale dinnanzi a Dio. Solo che Lui non era coperto. Venne giudicato. Egli fu maledetto da Dio in quella nudità, che non era sua, ma nostra. Gesù nudo al nostro posto. Gesù nudo, il simbolo della nostra colpa morale e della nostra vergogna morale non fu coperto da Dio, fu giudicato da Dio. E Dio riversò la piena furia della sua ira su quella nudità. E Gesù, colui che fu spogliato nudo al posto nostro, divenne la nostra copertura, divenne il nostro rivestimento, il nostro agnello di copertura. Questa è l’ironia divina.
Infine, i malfattori spietati. Versetto 39: “Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi”. È la stessa cosa. Stanno tutti giocando allo stesso gioco. Uno dei ladri, solo uno è citato da Luca, ma Matteo e Marco ci raccontano il resto della storia. Questo è ciò che dice Matteo in Matteo 27:44, “E nello stesso modo lo insultavano anche i malfattori”. Entrambi al plurale. Marco 15:32, “Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano”. Entrambi si unirono. Tutta la folla, tutti i governanti, tutti i soldati, entrambi i malfattori. Luca non fa altro che registrare ciò che disse uno dei due, ma entrambi erano coinvolti. “Non sei mica il Cristo?”, di nuovo con scherno e sarcasmo, “salva te stesso e noi”. E tutto è molto crudele. Quindi, di nuovo in contrasto a questo atteggiamento d’insulto spietato, vediamo l'intercessione misericordiosa di Cristo ed è davvero sorprendente, totalmente opposta. Versetto 34: “E Gesù disse: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Questo è scioccante. È scioccante. Senza dubbio ciò che veniva sputato fuori da questi cuori malvagi e da queste bocche malvagie contro il Figlio di Dio era la bestemmia suprema, la profanazione totale della santità, il peccato più basso mai commesso, empietà all’espressione più bassa, e meritevole di maledizione divina, di minaccia divina, di vendetta divina, di giudizio divino, di condanna divina. Questa è un’ingiustizia senza pari, trasgressione senza pari. Questa è eresia su eresia. Irriverenza su irriverenza. Dissacrazione su dissacrazione. Un sacrilegio oltre la comprensione. Ci aspetteremmo che Gesù spargesse denunce furiose contro tutti loro, che li giudicasse, che li facesse pagare per la loro aperta, estrema iniquità, proprio lì e sul posto, ma non lo fece.
Al contrario, Egli disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Chiede a Dio di perdarli. Ora, Gesù pronunciò sette cose dalla croce. Parlò a uno dei ladri e disse: “Oggi sarai con me in paradiso”. Poi parlò a sua madre e a Giovanni e disse: “Ecco tua madre, ecco tuo figlio”. E affidò la cura di sua madre all’apostolo Giovanni, che stava lì lontano, lontano. E poi, per tre ore, tutta la terra si oscurò ed Egli non parlò affatto. E, dopo l’oscurità, parlò a Dio e disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” E poi, parlò ai soldati e disse: “Ho sete”. E gli diedero la spugna. E poi, parlò a se stesso e disse: “È compiuto”. Poi parlò a Dio e disse: “Nelle tue mani rimetto lo spirito mio”. Ma la prima cosa che disse, prima di tutto, fu: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Le sue prime parole furono una richiesta di perdono divino per i più vili peccatori del mondo. Sicuramente questo è Gesù, il Padre, che si precipita ad abbracciare il prodigo ribelle, vero? Questo non è sorprendente. Gesù disse: colui a cui molto è perdonato, ama molto. Così, si fece avanti a perdonare i grandi peccatori, per poter sperimentare da parte loro un grande amore.
Pietro disse che quando fu insultato, non rispose con un insulto. E che, quando veniva abusato, non ricercava vendetta, 1 Pietro 2:23 e 24. Stefano imparò da questo e quando vide che la sua vita stava essendo schiacciata dalle pietre insanguinate, Stefano, seguendo il suo Signore disse: “Signore, non imputare loro questo peccato.” Questa è una preghiera generale, e per capire quello che intendeva dire con questa, è una preghiera generale affinchè tutto il mondo sappia che non c’è peccato contro il Figlio di Dio che sia così grave da non poter essere perdonato, se uno si ravvede. Questo è il messaggio. Se c’è perdono per queste persone, c’è perdono per chiunque. Non si può andare oltre. Ma è più di una preghiera generale. È una preghiera specifica. Quando disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”, sapeva chi i “loro” erano, perché il giorno di Pentecoste, 3.000 Ebrei a Gerusalemme si convertirono a Cristo, furono battezzati, e la chiesa iniziò. Nel corso di alcune settimane altri 5.000 uomini e di più, e di più, e di più, e diventano decine di migliaia di persone a Gerusalemme che accolsero la fede di Gesù Cristo. E, sicuramente cen’erano molti di loro che vennero a Cristo in quella settimana dopo la resurrezione, che si trovavano in quella folla. Quindi, quella fu una preghiera generale che disse al mondo intero che il peccatore che si ravvede e viene a Cristo può essere perdonato del peggior crimine sia mai stato commesso. Ma è anche una preghiera specifica che Dio conosce nella sua mente, prima della fondazione del mondo, chi sarà veramente perdonato in quella moltitudine. Una chiesa nacque da queste persone che stavano lì, ai piedi del Calvario, e deridevano il Figlio di Dio. Essi divennero la prima chiesa. Non solo quello, ma c’era un soldato tra i soldati, uno di loro fu salvato. Il versetto 47 di Luca 23: “Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: “Veramente, quest’uomo era giusto”. E Matteo dice che ha detto qualcosa in più di quello, disse, “questo era il Figlio di Dio!” a proposito, non pensate che sia stato solo quel centurione. Ascoltate a Matteo 27:54, “Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù dissero, “vermaente costui era il Figlio di Dio”. La preghiera fu esaudita al momento. Alcuni della folla formarono la prima chiesa. Alcuni tra i soldati affermarono la divinità di Gesù Cristo. Ed un centurione Romano lodò il vero Dio d'Israele, e affermò la realtà di Suo Figlio, e altri con lui. E a proposito, anche alcune delle guide furono salvate, nel sesto capitolo di Atti, versetto 7: “La Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme;” E, ascoltate questo: “e anche un gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.” E a proposito, era uno dei due malfattori che disse: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E a lui Gesù disse: “io ti dico, oggi tu sarai con me in paradiso”.
In un certo senso è una preghiera generale, che aprì il perdono di Dio a tutti coloro che hanno rifiutato Cristo, non importa quanto grande era il crimine commesso contro di Lui. Ma su di un altro livello era una preghiera molto specifica, che fu esaudita immediatamente tra la folla, tra i soldati, tra i malfattori e anche tra i sacerdoti. La grande ironia del Calvario è che mentre tutta questa derisione veniva espressa contro Cristo, Egli portava la maledizione di Dio, che era peggiore di qualsiasi cosa che potessero fare contro di Lui. Pensate che sia brutto essere maledetti dagli uomini? Lui era maledetto da Dio. Ma, prendendo sia la maledizione degli uomini che la maledizione di Dio, Egli fornì l’appropriata espiazione che rese possibile il perdono per il quale egli pagò. Signore, ti ringraziamo ancora per questa scena. La sua natura vivida, la sua ricchezza, la meraviglia che riempie le nostre anime di gioia e gratitudine. Questa è la preghiera del mio cuore, che tutti coloro che sono qui, possano avere una vera relazione con Cristo, che possiamo aver fiducia in Lui come nostro redentore e salvatore. Che possiamo ricevere il perdono che Egli offre, anche coloro che hanno bestemmiato il Suo santo nome. Ti ringraziamo per la grandezza della grazia. Ti ringraziamo che eri disposto a ricevere tutte le maledizioni degli uomini, persino la maledizione di Dio, per fornire il perdono per peccatori immeritevoli come noi. Ti lodiamo e ti benediciamo. Non è sorprendente che non riusciamo a trovare abbastanza forza per cantare abbastanza forte, e abbastanza a lungo, le nostre lodi. Ora Signore, compi la tua opera in ogni cuore e noi ci rallegriamo in quell’opera. Ti ringraziamo che eravamo lì, in un senso molto reale nella mente di Tuo Figlio, quando disse: “Padre, perdonali”. Noi facciamo parte di quel “li,” siamo stati perdonati, siamo coloro per i quali ha pregato e per i quali hai risposto. Ti ringraziamo per la grandezza della nostra salvezza. Che tu possa usarci per proclamare questa salvezza. Fino alle estremità della terra preghiamo, nel nome del nostro Salvatore. Amen.
FINE

This article is also available and sold as a booklet.