
Per ora voglio che apriate la Parola di Dio al cinquantatreesimo capitolo di Isaia, Isaia capitolo 53. Abbiamo avuto un paio di settimane d’introduzione a questo capitolo. Due settimane fa, abbiamo avuto una presentazione piuttosto ampia e poi lo scorso giorno del Signore, che era la Domenica della risurrezione, abbiamo visto un introduzione al capitolo 53 che è inizia alla fine del capitolo 52, e questo ci porta oggi, a quest’incredibile capitolo, Isaia 53.
Questo testo è un pozzo senza fondo di verità e di realtà bibliche. Più lo ricerco, più diventa profondo. A mio giudizio non ha eguali nelle Scritture, e comprenderlo esaustivamente sarebbe la sfida di una vita. È profondo, è elevato, ed è ampio, e farò del mio meglio per discernere tutto ciò che vi contiene per noi ed anche dopo averlo fatto, ne lascerò molto da parte per un vostro studio futuro. Ma per fissare questo incomparabile capitolo nella vostra mente, voglio leggervelo, incominciando dal versetto 1.
“Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio del Signore? Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed afflitto. Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti.
“Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, ed il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato ed umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca. Fu portato via dall’oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi riflettè che era strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo?
“Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca. Ma piacque al Signore di percuoterlo, di farlo soffrire. Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà del Signore prospererà nelle sue mani. Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo, renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori”.
Seppur per credenti nel corso dei secoli, questo capitolo è stato un punto di gioia trionfale e di profonda benedizione per il fatto che guarda alla croce del nostro Signore Gesù Cristo, la verità è che questo è un canto triste. Questo è un canto doloroso. Questo è un lamento. Questo è un canto di rimpianto. Questo è un canto di rimorso. Questo è un inno di ravvedimento in chiave minore. Effettivamente, questo capitolo costituisce la più grande confessione che sarà mai fatta nella storia del mondo da una nazione. E per quanto riguarda la Scrittura, c’è solo una nazione che, come nazione, si volgerà a Cristo, ed è la nazione d’Israele. Questa è la promessa di Dio per loro nel futuro.
Quando si rivolgeranno a Cristo, questa sarà la loro confessione. Mentre lo leggevo avete notato che fino al versetto 10 i verbi sono al passato. La maggior parte delle persone pensano a questo capitolo come una profezia futura riguardante Cristo, e lo è! Ci dà così tanti dettagli su Cristo, della Sua morte, la sepoltura, la resurrezione e l’esaltazione, da esser inequivocabilmente una sua profezia. Ma non è scritto al tempo futuro. Non è una profezia che profetizza ciò che accadrà a Gesù. È un profeta che profetizza la salvezza d’Israele nel futuro, quando guarderanno indietro e diranno questo sul conto del Messia che hanno rigettato e crocifisso. È il lamento d’Israele quando guarderanno indietro al Messia che hanno rigettato fino ad ora.
Questa è la più profonda profezia dell’Antico Testamento, la più vasta, la più dettagliata profezia dell’Antico Testamento sulla morte vicaria, sacrificale ed espiatoria del Messia, il Servo del Signore che è Gesù. È quello, è il primo sguardo anticotestamentario sulla croce, sulla morte e l’espiazione di Cristo. Ma il suo scopo primario è quello di dire a Israele che un giorno nel futuro si volteranno dal loro rifiuto, e guarderanno indietro al Vangelo ed al Messia e si renderanno conto che avevano rigettato la loro unica speranza, l’unico Salvatore, il loro Messia Yeshua, e questo sarà il loro lamento”, questo è ciò che diranno in quella generazione futura.
Sì, in questo capitolo leggiamo che il Messia, il Servo del Signore, porterà il peccato dei trasgressori, che sperimenterà il giudizio di Dio che si compiacerà di schiacciarlo, di farne un’offerta per la trasgressione, di fargli portare i peccati di molti. Sì, questo capitolo dice che nel fornire l’espiazione a soddisfazione di Dio, Egli morirà, il che è necessario per provvedere il perdono del peccato. Ma non rimarrà morto, perché abbiamo appena letto che vedrà la sua progenie, prolungherà i suoi giorni ed il beneplacito del Signore prospererà nelle sue mani. Letteralmente Egli vedrà la luce e sarà soddisfatto, questa è la resurrezione, e poi sarà esaltato. Ed è tutto qui.
Ma dovete capire che questo capitolo, seppur parla della croce, ne parla in retrospettiva dal punto di vista del tempo futuro in cui Israele si ravvederà del loro rifiuto di Gesù Cristo. Gli Ebrei fin dai tempi del Nuovo Testamento sono stati profondamente turbati da questo capitolo, profondamente. Tanto che in molte sinagoghe non viene letto nella normale lettura delle Scritture, viene saltato, e quelli che lo leggono e lo affrontano hanno deciso che il Servo sofferente, non è il Messia e non è Gesù, ma Israele.
Israele è il giusto sofferente. Israele è il giusto sofferente, che a causa di questa retta sofferenza sarà un giorno ricompensato, sarà benedetto e sarà di benedizione per il mondo. Questo è il modo in cui i Rabbini la vedono, e la vedono così perchè non vogliono che sia Gesù, e devono trovare una spiegazione al perché gli Ebrei abbiano sofferto così brutalmente per così tanto tempo, e per essere sicuri che non abbiano sofferto invano, vedono questo capitolo come un tributo alla giusta sofferenza d’Israele dalla quale Dio li ricompenserà, li glorificherà, e tramite la quale Dio benedirà il mondo. Il che è come dire che non vedono la realtà.
Questo non è Israele, non può essere. Non sono né un sofferente innocente, come vediamo nella descrizione, né sono un sofferente volontario. Devono riconoscere che hanno bisogno di qualcuno che muoia per pagare la pena dei loro peccati, ma non sono disposti a riconoscerlo. Vogliono un re e un sovrano... ricordate cosa vi ho detto? Un sovrano che li liberi dai loro nemici, dalle loro circostanze e dalle loro sofferenze ma non dai loro peccati. Loro non sono quel giusto sofferente che sarà ricompensato da Dio. Quello fa parte di un sistema di opere auto-giustificanti, quello che devono capire è che per tutti questi secoli sono stati sofferenti ingiusti.
Hanno sofferto sotto il giudizio di Dio per il rifiuto di Cristo, e ne stanno ancora soffrendo adesso. E continueranno a soffrire il giudizio di Dio per il rifiuto di Cristo fino a quel giorno futuro nel quale, come nazione, si volgeranno a Lui. Lungo il cammino, ogni Ebreo può riporre la sua fede in Cristo e molti l’hanno fatto, e molti di voi sono Ebrei che hanno creduto in Cristo. Ma, a livello nazionale, continuano a rimanere sotto il giudizio di Dio, aspettando la salvezza che verrà seguita dalla benedizione dell’adempimento di tutte le promesse della gloria del Regno che Dio diede ad Abraamo, Davide ed i profeti.
Questa non è una rivelazione che onora Israele per la sofferenza che porta alla benedizione. Questo è il ravvedimento d’Israele, questo è il lamento dal cuore spezzato d’Israele, questa è la confessione d’Israele da parte di una generazione che deve ancora venire. In senso personale, ogni Ebreo che viene a Cristo può pregare questo stesso lamento, e in senso nazionale, deve ancora venire in futuro, e verrà! Come ho detto, la Scrittura promette solo la salvezza di una nazione. Individui di ogni nazione, lingua, tribù, popolo, ma solo la salvezza di una nazione, che è Israele, ed essi, nel futuro, si ravvederanno e si volgeranno a Cristo.
Dunque, in un certo senso questo guarda avanti all’evento della morte e della resurrezione, e anche dell’esaltazione, di Cristo, e ci dà dettagli su quelle meravigliose realtà, nel senso più puro è uno sguardo oltre la croce alla conversione d’Israele e su quello che diranno quando guarderanno indietro. Ci sono persone, persone astute, studenti delle Scritture, teologi, predicatori, scrittori che non credono nella futura salvezza d’Israele. Non credono che il Regno sarà sulla terra. Non sono premillenari ed il mio giudizio è che non possono interpretare questo capitolo perché questa è la preghiera di confessione della nazione d’Israele al momento della loro conversione futura.
Ora solo per darvi di nuovo il quadro generale, non voglio entrare in molti dettagli, ma ricordate che Isaia stava vivendo in un periodo precedente alla cattività Babilonese, quando gli Ebrei furono portati via come prigionieri dai Babilonesi pagani. Dopo Salomone il regno si era diviso, il regno settentrionale, Israele ed il regno meridionale Giuda. Nel 722, il regno settentrionale andò in cattività, e sen’erano andati già da tempo. Ed ora Isaia arriva, circa 700 anni prima di Cristo e profetizza, 650 anni prima di Cristo e dice: “Anche voi andrete in cattività. Andrete in una cattività dalla quale ritornerete”, Israele non ritornò, il regno del nord, ma voi andrete in cattività, in Babilonia, e tornerete, e quello successe.
Accadde circa 80 anni dopo la morte d’Isaia, e la prima deportazione quando vennero i Babilonesi fu nel 603, quella successiva fu nel 597, e quella finale nel 586, Gerusalemme fu distrutta, il popolo fu massacrato e gli Ebrei furono trascinati in cattività dai pagani, quando appesero le loro arpe ai salici e piansero perché non avevano più la loro terra promessa. Ma Isaia dice loro che questo accadrà, ma non sarà la fine della storia, saranno restaurati, torneranno, torneranno! Dunque Dio vi porterà in un esilio storico e vi riporterà indietro, vi libererà, vi salverà. Questa è l’enfasi della prima sezione nella seconda metà del capitolo 40 al 66.
La prima sezione riguarda la cattività storica e già sappiamo cosa successe, furono trascinati in esilio, 70 anni di cattività, poi tornarono ricostruirono tutto, si ristabilirono nella terra e sono ancora lì, sono ancora lì. Quella profezia si avverò esattamente nel modo in cui Dio aveva detto, che i Babilonesi li portarono via, tornarono, si ristabilirono nella terra, ed ancora più importantemente, dopo quel discorso d’Isaia, gli disse che nel futuro ci sarà stata una liberazione più grande, una liberazione molto più grande, non una liberazione da Babilonia, ma una liberazione dal peccato, una liberazione dal peccato. Sarete salvati come nazione, sarete liberati dal peccato per opera del Servo del Signore.
E così “il Messia” è il tema di questa grande sezione d’Isaia. Chiamiamo i capitoli 42, 49, 50 e 53 i “Canti del Servo” perché quei quattro capitoli guardano al Messia e lo identificano come il Servo del Signore. Molto più importante della vostra liberazione temporale è la vostra liberazione spirituale... molto più importante. Sarete spiritualmente salvati, sarete eternamente salvati dal peccato, dal giudizio e dall’inferno. E poi conclude la sua profezia negli ultimi capitoli dicendo: “Allora riceverete il Regno e questo è come sarà il Regno, il grande Regno di Cristo”.
Dunque, come abbiamo sottolineato, questo capitolo, il 53, che si trova nel mezzo della sezione centrale, proprio al centro, ci dice che gli Ebrei avranno una svolta futura e si ravvederanno, andranno a Cristo e saranno salvati. Questa è una realtà meravigliosa! Ora voglio identificare il soggetto di questo capitolo come colui che viene chiamato in 52:13 “Il mio servo”. Di fatto, Dio è l’oratore, nei versetti dal 13 al 15, Dio parla attraverso Isaia, e poi Dio ritorna ad esser l’oratore alla fine del capitolo 53. Dio riprende e diventa l’oratore, ma nel mezzo, vediamo Israele e la sua confessione, Dio presenta il suo Servo e parla di come sarà rovinato, umiliato nella sua morte e sarà esaltato in modo che i re delle nazioni del mondo gli saranno soggetti.
Questa è la Sua sofferenza e la Sua gloria, e poi Dio prende la parola finale e parla di nuovo del significato della Sua sofferenza e della gloria che seguirà, ma nel mezzo c’è questa sorprendente confessione d’Israele. “Il Servo, il Mio Servo”, voglio solo fare un commento su questo. Alcuni di voi si ricorderanno il libro che scrissi alcuni mesi fa, intitolato “Schiavo”, da qualche parte ho ribadito il fatto che la parola dell’Antico Testamento per schiavo è ebed... in Italiano sarebbe E-B-E-D... che è usata 800 volte nell’Antico Testamento ed è la parola per “schiavo”. E dunque quando Dio stesso, che sarebbe l’oratore nel 52:13, identifica il Messia, lo chiama “il mio schiavo, il mio schiavo”.
Seguendo un po’ quest’argomento, l’idea dominante di ebed, se posso darvela in Ebraico, l’idea dominante e la mia fonte per questo sarebbe niente poco di meno che uno dei migliori studiosi dell’Antico Testamento, il Dr. Walter Kaiser, che è uno studente fenomenale delle Scritture dell’Antico Testamento. Walt Kaiser ha detto questo: “L’idea dominante di ebed non è principalmente un riferimento a subordinazione, ma a proprietà”, questo è quello che significa essere uno schiavo, “Il mio servo”, il Messia è lo schiavo di Dio, che cosa significa? Che Dio determina tutto ciò che fa, che non ha una volontà indipendente, Egli serve la volontà di Dio ed il suo piacere.
E a proposito, se pensate che “schiavo” sia una parola avvilente, segnatevi questo, nell’Antico Testamento i profeti sono chiamati “schiavi di Dio”, i re sono chiamati “schiavi di Dio”, e tanto per darvi un esempio, Mosè fu chiamato schiavo di Dio 17 volte, il che vuol dire che solo persone molto distinte hanno quel tipo di rapporto con Dio. Anche il Messia, che in Filippesi 2, vi ricordate? Non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente, ma umiliò se stesso, prendendo la forma di schiavo, la parola Greca doulos, quindi il Messia fa la volontà del Padre e solo la volontà del Padre, questa è la testimonianza di Gesù.
Leggete il vangelo di Giovanni e quante volte lo sentite dire: “Faccio solo quello che il Padre vuole che io faccia, faccio solo quello che il Padre mi mostra, faccio solo quello che il Padre fa, faccio solo quello che il Padre desidera che io faccia. Faccio quello che faccio per piacere al Padre”, ed infine alla fine della sua vita disse: “Non sia fatta la mia volontà, ma la tua”, questo è un discorso da schiavo. Il Messia allora viene identificato come colui che è possessione di Dio, e di conseguenza il pronome è il “Mio” Servo, colui che è Mio. Questo è il Messia. Così il Servo del Signore è la persona di cui si lamenta la futura generazione degli Ebrei.
Ora sappiamo chi è, è Gesù, è Gesù. Se vuoi provare un esperimento, trova un amico Giudeo che non crede in Gesù e digli: “Vorrei leggerti qualcosa”, non dirgli cosa stai leggendo, e leggi Isaia 53 e chiedigli: “Di chi sta parlando?” E molti testimoniano il fatto che gli Ebrei direbbero: “Beh, sta parlando di Gesù”, davvero? Dove pensi che si trovi nella Bibbia? “Oh, Matteo, Marco”, no, Isaia, Isaia. Questo sta chiaramente parlando di Gesù Cristo e naturalmente, nel Nuovo Testamento, solo nei vangeli, ci sono trenta riferimenti, espliciti ed impliciti a questo capitolo. Ed in tutto il Nuovo Testamento ci sono cinquanta riferimenti su questo capitolo. Questa è chiaramente una profezia che parla della morte, resurrezione e futura esaltazione del Messia che non è altro che Yeshua, Gesù.
Gli Ebrei non vogliono accettarlo, ed in quella futura generazione daranno una testimonianza, ed ascoltate alla loro testimonianza al versetto 1: “Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio del Signore?” Questo grande grido penitente, questa confessione straziata da parte di una generazione futura di Ebrei e di ogni singolo Ebreo che viene a Cristo in qualsiasi momento, ogni Ebreo che viene salvato ed incluso nella chiesa deve offrire questa confessione del fatto che fino a quel punto si sbagliava. Ma quando guarderanno indietro, la prima cosa che diranno è: “Non ci abbiamo creduto, non l’abbiamo capito”, la rivelazione di Gesù si scontrò con l’incredulità, con l’incredulità, ma un giorno futuro, tutto cambierà, cambierà tutto.
Quando sarà quel giorno futuro? Bene, posso dirvi cosa dice la Bibbia su quello, andate a Zaccaria 12, Zaccaria capitolo 12. Zaccaria arriva 500 anni prima di Cristo, circa 150 anni dopo Isaia, erano già andati nell’esilio Babilonese, ed erano tornati. Avevano ricostruito, si erano ristabiliti nel paese e Dio fece sorgere questo profeta di nome Zaccaria. Ed egli vide quell’evento futuro. Capitolo 12 versetto 1, “L’oracolo della parola del Signore riguardo Israele”, va bene, questa sarà una profezia riguardante il futuro d’Israele. E questo proviene... questo viene da una fonte credibile, “il Signore che ha disteso i cieli, posto le fondamenta della terra e formato lo spirito dell’uomo dentro di lui”, ok?
Quindi sappiamo che questo non proviene da nessuna fonte umana, va bene? Questa è la parola del Dio creatore. “Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli circostanti”, e poi nel versetto 3, “farò di Gerusalemme una pietra pesante... e tutti quelli che se la caricheranno addosso saranno interamente fatti a pezzi”, maltratti Gerusalemme e ti si ritorcerà contro. Se tocchi Gerusalemme, sarai ferito e vacillerai, barcollerai come un ubriaco. Di cosa sta parlando? Fine del versetto 2, cingeranno d’assedio Gerusalemme e Giuda, Giuda sarebbe la zona fuori città e Gerusalemme sarebbe la città principale. E da dove viene quest’assedio? Fine del versetto 3, “tutte le nazioni della terra fossero radunate contro di lei”.
Oh mamma, il mondo intero attaccherà Israele. Vi sembra qualcosa di molto remoto o qualcosa di molto possibile? E quando cominceranno ad attaccare, il Signore proteggerà il Suo popolo. Infatti, al versetto 6 dice: “farò dei capi di Giuda come un braciere ardente”, queste sono le persone indifese che si trovano nelle zone periferiche e nella campagna - “in mezzo a della legna, come una torcia accesa in mezzo ai covoni. Essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli circostanti; ma Gerusalemme sarà ancora abitata nel suo proprio luogo, a Gerusalemme”. Dunque, quando i nemici cominceranno a venire, verranno per cominciare dalla campagna, e mentre arriveranno dalla campagna, Dio li brucerà sul cammino verso Gerusalemme.
E poi il versetto 8: “il Signore difenderà gli abitanti di Gerusalemme”, e poi nel versetto 9, “mi adopererò per distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme”. Nazioni, avete sentito? Volete puntare le vostre armi nucleari contro Israele? Volete puntare i vostri missili contro Gerusalemme? Sta arrivando il tempo in cui il mondo si raggrupperà contro Israele. Un enorme movimento Islamico in Europa, che circonda Israele all’est, al nord, ed al sud, è una minaccia che va oltre ogni intendimento. Se ti trovi in un jet e stai volando dal Mar Mediterraneo verso Israele, devi voltarti in due minuti o ti troverai oltre il confine orientale d’Israele, ecco quanto piccolo è quel paese.
E si trovano sotto assedio da parte del mondo. L’antisionismo è dilagante. Anche in Europa, dove la gente non vuole essere antisemita perché non è politicamente corretto... che è antiebraico... sono ansiosi di essere antisionisti contro lo stato d’Israele. Il mondo è... il mondo malvagio si sta concentrando su Israele. Quindi, quando questo si realizzerà, chissà come inizierà? Forse Israele invierà preventivamente un’arma nucleare all’Iran. Forse l’Iran manderà un’arma nucleare a Israele, chi sa quale sarà lo scenario. Ma quando quelle nazioni verranno contro Israele, il versetto 10 dice che quello è il momento, “Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme” e quelle sono espressioni che designano Israele, “lo Spirito di grazia e di supplicazione”, in quel momento, in quelle ore, o giorni, qualunque sarà la situazione, qualche settimana o quello che sia, “riverserò lo Spirito di grazia e di supplicazione ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto”.
E proprio lì Dio dice che guarderanno a “Me” perché io sarò incarnato in Cristo. Hanno trafitto Lui, hanno trafitto Me. Dice anche: “guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno cordoglio per lui”, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito. Versetto 11, ci sarà un grande cordoglio, la terra intera piangerà; versetto 12, famiglie, mogli, mariti, tutti da soli ed insieme, tutti piangeranno e faranno cordoglio sotto l’assedio e vedendo inizialmente Dio che li difenderà. “E in quel giorno”, capitolo 13 versetto 1 - “sarà aperta una fonte per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per l’impurità”, una fonte per purificarli, questa è la loro salvezza.
Quando accadrà? Nell’ultimo giorno, quando Israele sarà sotto un enorme assedio da parte delle nazioni. In quell’ora saranno indifesi. Non avranno nessun posto dove andare. La loro unica speranza sarà in Dio, e nella grazia sovrana verrà lo Spirito, lo Spirito di grazia che sente le suppliche, ed Egli volgerà i loro cuori affinchè guardino indietro nella storia e vedano colui che hanno trafitto e le parole della loro confessione saranno le parole di Isaia 53, grandemente addolorati come ci si addolora per un primogenito. Piangere per quel primogenito, Figlio di Dio, il Messia. Sarà l’intera nazione? Sarà ogni Ebreo? No, se andate giù al versetto 8 del capitolo 13, potete leggere che, “in tutto il paese avverrà”, dice il Signore, “che i due terzi vi saranno sterminati e periranno”.
Quando le nazioni verranno, due terzi moriranno, due terzi saranno lasciati nell’incredulità, ma un terzo vi sarà lasciato. Farò passare questo terzo per il fuoco, lo raffinerò come si raffina l’argento e lo proverò come si prova l’oro. Essi invocheranno il mio nome e io li esaudirò. Io dirò: Questo è il mio popolo, ed essi diranno: Il Signore è il mio Dio”. Questa è la salvezza d’Israele, e questa salvezza verrà perché guarderanno a colui che hanno trafitto. Hanno trafitto i Suoi piedi, hanno trafitto le Sue mani, hanno trafitto il Suo fianco e comincieranno a rivolgersi a Dio nella disperazione. Nel mezzo degli orrori di quell’assalto globale, e a quel punto lo Spirito verrà su di loro, ed un terzo riceverà la consapevolezza che avevano trafitto il loro Messia, guarderanno indietro a Cristo, lo vedranno in tutta la sua bellezza, la sua morte e la sua resurrezione diventeranno reali, e saranno salvati.
Una fonte di purificazione sarà aperta per lavarli dal peccato e dall’impurità. Un terzo di loro sarà protetto in quel grande Armageddon, e saranno le pecore che entreranno nel Regno di cui parlava il nostro Signore. Egli allora stabilirà il Regno. Capitolo 14, “Ecco, viene il giorno del Signore; il giorno in cui il Signore stabilirà il suo Regno. Io radunerò tutte le nazioni per combattere, io radunerò le nazioni contro Gerusalemme per combattere”, questa è la battaglia di Armageddon, quando distruggerà tutti gli empi, versetto 3, il Signore uscirà a combattere contro quelle nazioni, combatterà e in quel momento sarà la Seconda Venuta. I Suoi piedi si fermeranno sul monte degli Ulivi che si spaccherà in mezzo, dal centro andando verso est e verso ovest formando così una grande valle, e stabilirà lì Suo Regno.
In quel giorno non ci sarà la luce. I luminari si spegneranno, ricordate nel libro dell’Apocalisse, il sole si spegnerà, il libro di Gioele dice la stessa cosa, la luna si spegnerà, le stelle si spengneranno e Gesù apparirà in gloria risplendente dal cielo. E questo è descritto anche dal nostro Signore in Matteo 24 e 25. Un giorno unico, conosciuto solo dal Signore, non sarà né giorno né notte, avverrà e solo il Signore sa quando. Nessun uomo conosce nè il giorno nè l’ora, vero? Il versetto 9 riassume tutto: “Il Signore sarà re su tutta la terra; in quel giorno ci sarà soltanto il Signore e soltanto il suo nome”, quello è il Regno millenario quando Egli regnerà e governerà supremamente.
Ezechiele vide questa stessa cosa, andate ad Ezechiele solo per un breve momento, non abbiamo tempo di considerare tutto, ma andate ad Ezechiele 38. Il profeta Ezechiele, nel capitolo 38, riceve una parola dal Signore. E se avete la Bibbia da studio MacArthur potete leggere tutti i commenti ed identificare tutti questi luoghi. Ma c’è una coalizione di nazioni del Medio Oriente che verranno contro Israele, questa è la stessa scena. E se studiate un po’ le informazioni di sfondo, troverete che questi sono paesi come l’Iran, l’Egitto, la Libia, l’Etiopia, gli antichi terreni dell’Armenia, la Turchia orientale ed occidentale, tutte questa nazioni si uniranno.
È il Medio Oriente che si unirà per venire contro Israele, “Verrai come un uragano”, versetto 9 - “sarai come una nuvola, come delle schiere e molti popoli”, questa è la stessa cosa di cui parla Zaccaria, quest’enorme attacco globale. E pensano di andare contro il paese di villaggi senza mura, versetto 11, una zona non protetta. Ma il Signore non permetterà che quello accada, il Signore proteggerà il Suo popolo.
Sarebbe bello esaminarlo nel dettaglio, ma visto che non abbiamo troppo tempo, se andate giù al versetto... capitolo 39, diciamo al versetto 29, questo è il massimo che possiamo fare giusto per capire lo sfondo, guarda, torniamo al versetto 7, non posso resistere, “In quel giorno in cui il Signore giudicherà tutte queste nazioni”, il versetto 4 dice che cadranno sui monti d’Israele, “Tu con tutte le tue schiere e con i popoli che sono con te, ti darò in pasto agli uccelli rapaci, agli uccelli d’ogni specie e alle bestie dei campi”, il Signore decimerà le nazioni.
Versetto 7, “Così farò conoscere il mio santo nome in mezzo al mio popolo d’Israele”, questa è di nuovo la loro salvezza, vedete. “Così farò conoscere il mio santo nome in mezzo al mio popolo d’Israele, e non lascerò più profanare il mio santo nome, e le nazioni riconosceranno che io sono il Signore, il Santo in Israele. Ecco, la cosa avverrà e si compirà”, questo è quello che accadrà. Versetto 21, “Manifesterò la mia gloria fra le nazioni e tutte le nazioni vedranno il mio giudizio che ho compiuto e la mia mano che ho posto su di loro”, ed amo questo, versetto 22, “Così da quel giorno in poi la casa d’Israele riconoscerà che io sono il Signore, il suo Dio”. E poi giù al versetto 29, “Non nasconderò più loro la mia faccia”, wow! Dio gli aveva nascosto il volto, “Perché spanderò il Mio Spirito, lo Spirito di grazia e di supplica, da Zaccaria 12:10, sulla casa d’Israele, dichiara il Signore, l’Eterno”.
Allora avete capito? Questo è il momento in cui accadrà. Ora torniamo a Isaia 53. È vicino? Beh, Israele è il bersaglio centrale del Medio Oriente. L’obbiettivo, il nemico, e le nazioni del mondo sembrano essere continuamente disaffezionate verso Israele. Nazioni che una volta erano grandi amici e difensori d’Israele sembrano allontanarsici, anche la nostra stessa nazione. Il mondo sta soccombendo alla propaganda islamica, alla crescita dei musulmani, all’antisionismo sta crescendo rapidamente. E Israele sta perdendo i suoi protettori, forse anche il nostro paese, una tale guerra contro Israele, così come la vede Zaccaria e come la vede Ezechiele, non è una realtà così remota. Spesso penso al fatto che come si fa a sbagliarsi di questo? Voglio dire, se tutto il mondo si fosse coalizzato contro l’Argentina, sarebbe un problema perché quello non è nella Bibbia, ma questo sì. Cos’è una sorta di strana coincidenza?
Ma quando quel giorno verrà... ora torniamo a Isaia 53, e faremo almeno un versetto. Quando quel giorno verrà, questa è la loro... questa è la loro risposta, versetto 1, e questa è l’introduzione perfetta, “Chi ha creduto al nostro messaggio e a chi è stato rivelato il braccio del Signore?” La prima cosa che diranno è: “Non abbiamo creduto. Non abbiamo creduto. Messaggio? Cosa vuoi dire? Quale messaggio?” Il messaggio riguardante il Messia Yeshua. Il messaggio riguardante il Servo del Signore, Messia Gesù, la Sua umiliazione, la Sua morte, sepoltura, risurrezione, ascensione, intercessione, incoronazione, il messaggio del vangelo.
Cosa significa il nostro messaggio? Molto importante. L’Ebraico non si riferisce ad un messaggio che abbiamo dato, anche se ci sono stati Ebrei che l’hanno predicato. I profeti che lo predissero erano tutti Ebrei. Giovanni il Battista, che identificò Gesù era Ebreo. Gesù era Ebreo. Tutti gli apostoli erano Ebrei, tutti gli scrittori dei vangeli sono Ebrei, tutti gli scrittori del Nuovo Testamento sono Ebrei. Quindi, in un certo senso, è un messaggio dato da persone Ebree a persone Ebree.
Ma questo non è l’intento di questa parola, perché la parola “nostro” si riferisce non a ciò che abbiamo dato, ma a ciò che ci è stato dato. È un participio passivo in riferimento al messaggio e letteralmente sarebbe così: “Chi ha creduto al messaggio che abbiamo ascoltato?” Questo è il significato di questo termine. Il linguaggio si riferisce a ciò che abbiamo ascoltato. Ed è un’ammissione del fatto che l’abbiamo sentito. Ma non ci abbiamo creduto. Il messaggio non è visto dalla prospettiva di chi parla, ma da quella di chi ascolta. Il messaggio del Messia, Gesù che abbiamo sentito riguardante la Sua sofferenza e la sua gloria.
Ora ascoltate, praticamente ogni Ebreo nel mondo dal Nuovo Testamento ha ascoltato il messaggio di Gesù per poterlo rifiutare. Giusto? Voglio dire, lo stabilimento religioso Ebraico è stato molto occupato a screditare il messaggio di Gesù e a raccontare preventivamente il messaggio per poterlo screditare. Non ci sarebbe nessun altro gruppo di persone, probabilmente, nessun altro gruppo etnico di persone che ha avuto una tale esposizione al vangelo come il popolo Ebraico. Praticamente ogni Ebreo conosce la storia Ebraica. Conoscono l’Antico Testamento ed i profeti, e conoscono la storia del Nuovo Testamento riguardante Gesù. Hanno una posizione e ve ne parlerò la prossima settimana, hanno una posizione su chi è Gesù, e non è bella, non è buona.
Cosìche quando il futuro residuo guarderà indietro, dirà: “Chi ha creduto al messaggio che abbiamo ascoltato?” Perché l’hanno ascoltato. L’apostolo Paolo capisce il significato di quella confessione perché in Romani capitolo 10 vi fa riferimento. Romani 10 versetto 11, Paolo scrive: “La Scrittura dice: “Chiunque crede in lui non sarà svergognato, poiché non c’è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”, e poi dice, “come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c’è chi predichi? E come predicheranno, se non sono mandati?”
Quindi, abbiamo un problema, il popolo non può credere se non sente. Non possono sentire a meno che qualcuno vada, non vanno se non sono mandati. Questo è vero in generale. Tuttavia, in riferimento agli Ebrei, versetto 16, ma non tutti hanno ubbidito all’evangelo, perché Isaia dice: “Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?” e poi dice: “La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Cristo, ma non hanno creduto!” Paolo dice letteralmente che gli Ebrei non hanno creduto, esattamente come dice Isaia. Non l’hanno fatto per i secoli, oh, certamente un residuo sì, Isaia 6:10, ci sarà sempre un decimo, un ceppo, un seme santo, un residuo. E poi nel versetto 21 di Romani 10 dice, Dio parla in questo versetto, nel versetto 21 “le sue stesse parole”. Isaia 65:2, “Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente e contraddicente”, lo sanno e non ci credono, e dunque la confessione d’apertura è questa sorprendente dichiarazione: “L’abbiamo sentito, l’abbiamo sentito e l’abbiamo sentito, ma non ci abbiamo creduto”, non ci abbiamo creduto.
E, per rendere chiaro il punto, c’è una seconda domanda: “E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?”. Il braccio del Signore, sarebbe semplicemente un simbolo della potenza divina. Letteralmente l’avambraccio, un simbolo della potenza divina. Isaia 51:9, Isaia 52:10 parla del braccio del Signore come un simbolo di potenza. In un senso molto reale, il Messia è il braccio del Signore. In un altro senso, il vangelo è il braccio del Signore perché il vangelo, Romani 1:16, “è la potenza di Dio per la salvezza”. Quindi è un altro modo di dire che Dio ha messo a nudo il Suo braccio. Ha tirato fuori il Suo braccio dalla Sua veste e ci ha mostrato il Suo braccio, ci ha mostrato la Sua forza, ci ha mostrato la Sua potenza per salvare e noi non l’abbiamo capito, non l’abbiamo capito.
Il vangelo è la potenza di Dio per la salvezza, a chiunque crede, al Giudeo prima, e anche al Greco. Questo è Giovanni 1:11, “Venne ai suoi e i suoi”, cosa? - “non lo ricevettero”. Perché non hanno creduto? C’è una ragione teologica per cui non hanno creduto. La ragione teologica per la quale non credettero, ci riporta a Romani 10, e la risposta è perché non avevano bisogno di un sacrificio. Non credevano che Gesù fosse il Messia perché era morto, crocifisso. Non avevano bisogno di un sacrificio.
Cosa intendo dire? Romani 10, Paolo dice: “Stavano cercando di stabilire la propria giustizia”, questo... questo è il punto! Loro non... non avevano alcuna inadeguatezza. Potevano stabilire la loro propria giustizia senza una giustizia aliena imputata su di loro da Cristo. Dice che non capivano perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede, che è per fede! Avevano una posizione inadeguata della giustizia di Dio. Avevano una posizione inadeguata del proprio peccato, perché cercavano di stabilire la propria giustizia, e dunque non si sottomettevano alla giustizia di Dio.
Io la dico sempre in questo modo, pensavano che Dio fosse meno giusto di quello che era e che loro fossero più giusti di quello che erano e quindi potevano venire a Dio a loro condizioni. Rifiutarono Gesù Cristo perché, ancora una volta, stavano cercando un re ed un sovrano che li liberasse dai loro nemici, dalle loro circostanze e dalle loro sofferenze ma non dal loro peccato. Erano giusti da sè stessi, ecco perché quando Gesù venne, il residuo che fu salvato durante il suo ministero era tutta la marmaglia, lo accusavano proprio di quello! Frequenta prostitute, peccatori ed ubriaconi, gente che era stata cacciata dalla sinagoga. E la risposta di Gesù era: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Quello è il problema. Se hai una dottrina inadeguata del peccato, allora non puoi capire il perché il Salvatore doveva morire. Quindi la ragione spirituale, potremmo dire, la ragione teologica, per la quale hanno rifiutato Cristo è che erano giusti a sè stessi. Avevano una prospettiva inadeguata del peccato e quindi una prospettiva inadeguata della giustizia e dell’espiazione. Però c’è un’altra ragione per la quale non credettero. Ed era a causa della sovranità di Dio. Guardate, se volevano esser giusti a sè stessi, Egli tenderà le sue mani tutto il giorno ad un popolo disobbediente ed ostinato, ma arriverà un momento in cui terminerà tutto.
Ascoltate a Giovanni 12, questa è una porzione potente della Scrittura. Giovanni capitolo 12, è lunga ma non ho intenzione di leggerla tutta, però voglio che abbiate questa porzione che si riferisce a Isaia 53. Giovanni 12, riprendiamo al versetto 32, “Gesù disse: quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me’, e loro sapevano di cosa stava parlando. Stava per essere crocifisso, l’ha detto. Ha parlato della Sua morte. E così disse: “Va bene se sarò innalzato, attirerò tutti a me”, glielo stava dicendo per indicare il tipo di morte con cui doveva morire”. Stava dicendo loro: “Sto per essere crocifisso, sto per essere innalzato su di una croce”. Così la folla gli rispose, versetto 34, “Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno”.
Di cosa stanno parlando? Sarai il Messia e morirai? No, no, no, no, no. Il Messia rimarrà per sempre, forse sarà come Enoc, o come Elia, e non morirà mai. Come puoi dire che il Figlio dell’Uomo dev’essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’Uomo? “Gesù allora disse loro: “La luce è con voi ancora per un po’; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre perchè chi cammina nelle tenebre non sa dove andare... o non sa dove va. Mentre avete la luce, credete alla luce, affinché diventiate figli della luce”, è meglio che crediate, dice, è meglio che credete, vi ho dato la verità, è meglio che crediate, e Gesù disse queste cose, e poi se ne andò e si nascose da loro.
Wow. Versetto 37, “Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: “Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?”, e poi questo, “Perciò non potevano credere”, non potevano credere, perché Isaia disse ancora”, e questo si trova in Isaia 6:10 - “Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca”, queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui”. Il versetto 42 è un commento sorprendente: “Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui”, così convincente, “ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio”.
Quindi erano dannati perché volevano l’approvazione umana. Perché non credevano? Da un punto di vista spirituale, teologico, pensavano di poter stabilire la propria giustizia. Da un punto di vista sovrano, Dio chiuse sovranamente la loro opportunità. C’è un’altra prospettiva della loro incredulità ed è la prospettiva d’Isaia 53, e a partire dal versetto 2 e andando fino al versetto 3, spiegano il perché non hanno creduto in Gesù, loro spiegano il perché. E questo lo vedremo la prossima volta. È così potente, spiegano il perché non hanno creduto, guardarono alla Sua vita e non erano impressionati dal suo inizio, non erano impressionati dalla sua parte centrale e non erano impressionati dalla sua fine. E l’accumulo di tutta quella realtà non impressionanti nelle loro menti fu la ragione storica per cui non credettero. E lo vedremo Domenica prossima.
Signore, mentre concludiamo questo meraviglioso tempo di adorazione, lo facciamo con profonda gratitudine e ringraziamento per l’opportunità che abbiamo avuto di guardare alle glorie del nostro Salvatore, alle realtà delle Sacre Scritture, e anche al di là di quello, al vasto ed ampio panorama della storia che culminerà e si concluderà come Tu hai stabilito che avvenga. Padre, prego che la gloria di Cristo risplendette in quest’ora sia tramite la musica che la Parola, così che chiunque sia qui e non abbia accolto Gesù Cristo come Signore e Salvatore lo faccia ora.
Prego che il Tuo Spirito Santo venga, lo Spirito di grazia e come un giorno nel futuro Tu porterai quella grazia salvifica e l’illuminazione e la rigenerazione alla nazione d’Israele, vorresti tu farlo questa mattina per ogni peccatore, Ebreo o gentile. Apri il loro cuore affinchè abbraccino la verità. Rinfrescaci nella veridicità delle Scritture, nella potenza delle Scritture, nell’accuratezza e inerranza delle Scritture nella gloria di Cristo, nelle realtà del vangelo.
Incoraggiaci ad esser testimoni fedeli, dando testimonianza di queste verità a Ebrei e gentili, sapendo che chiunque invochi il nome del Signore sarà salvato. Non c’è né Giudeo né Greco, ma tutti sono benvenuti a Cristo. Che noi possiamo essere la fonte di quel messaggio, che possano i piedi esser quelli belli che vengono con la buona novella della Parola di Cristo con cui la fede salvifica può essere attivata dal Tuo Spirito Santo.
Aiutaci in questi pochi momenti di quiete a meditare su come queste verità possono afferrare i nostri cuori in un modo nuovo e motivare il nostro amore per Cristo ed il nostro amore verso di Te, la nostra fiducia e la nostra sicurezza in un mondo confuso dove possiamo essere completamente in pace perché ci hai detto che Tu sei responsabile, e ci hai dato anche dettagli da cercare.
Rinfrescaci, nella comunione reciproca, e rendici disponibili, anche nei giorni a venire, nelle settimane a venire, a portare il glorioso vangelo di Cristo ad alcuni che hanno bisogno di ascoltare. Ora suggella queste cose nei nostri cuori, preghiamo. Amen.
FINE

This article is also available and sold as a booklet.