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Per adesso, apriamo la Parola di Dio al cinquantatreesimo capitolO di Isaia. Questo è il nostro sesto viaggio in questo capitolo meraviglioso e ogni settimana, mentre studio questo testo e tutti i sentieri che vi ci sono collegati, mi viene in mente quanto questo capitolo sia davvero insondabile. Ci si potrebbe passare una vita intera andando da qui a tutte le cose che sono implicite ed elucidate da questo grande capitolo. Isaia 53 pone una sfida a qualsiasi predicatore che sarebbe quella di rettificarsi per evitare di essere eccessivo e poi perdere il punto centrale, ed anch’io veramente sto affrontando questa prova.

E sono ulteriormente provato perché normalmente mi preparo un intero sermone con un inizio, una conclusione ed il corpo centrale. L’ho fatto la settimana scorsa per studiare i versetti dal 4 al 6 ma non ce l’ho fatta, ho finito i versetti 4 e 5 che sarebbero due terzi, ma non abbiamo avuto abbastanza tempo per il versetto 6, e quindi mi è rimasto più o meno un terzo del messaggio, però questo mi offre una grande opportunità di riempire il tutto con cose che sono veramente necessarie, correlate e penso utili e mi permette di prendere una tangente di necessità piuttosto che di capriccio, e lo faremo insieme questa mattina.

Quando sto guardando ad un passaggio, mi è sempre d’aiuto prendere altitutine. Il più alto arrivo, più ampio il raggio di quello che riesco a vedere. Mi piace persino arrivare ai 12 mila metri d’altezza così che riesco a vedere l’intero scopo della Scrittura dalla Genesi all’Apocalisse per poi scendere, aprire le ruote d’atterraggio per arrivare al passaggio specifico che stiamo guardando insieme, e questo è proprio quello che faremo. Voglio prendere un po’ d’altitudine e poi rilasceremo le ruote d’atterraggio in Isaia 53 per completare la nostra comprensione dei versetti dal 4 al 6, ma voglio incominciare da una prospettiva molto più ampia.

La storia del popolo Ebraico è la storia etnica più notevole nella storia del mondo. Dal loro punto di vista è un’incredibile saga di sopravvivenza. Pensare che ci sono ancora dei Giudei nel mondo, qualcosa come 14 o 15 milioni, è capire che hanno spravvissuto anche se tutto gli andava contro. Nessuno quì ha mai incontrato un Ivveo, un Gebuseo, un Ferezeo, un Amoreo, o qualsiasi altro “eo” dell’Antico Testamento perchè già da tanto tempo non ci sono più. Però, tuttavia, abbiamo alcuni Israeliti seduti quì tra noi, ci sono molti nella nostra Chiesa, e ce ne sono molti di più attorno al mondo, e sono quel ceppo puro di Ebrei che attraversò la storia dell’Antico e del Nuovo Testamento fino ad oggi. Dal loro punto di vista, è una grande storia di sopravvivenza. Tuttavia, dal punto di vista di Dio, è una storia di preservazione ancora più incredibile.

Suppongo che potremmo acclamare il lato umano della cosa e dire che questo è un popolo così impegnato alla loro perpetuazione ed alla loro esistenza che sono la più grande testimonianza della volontà di sopravvivenza di qualsiasi altro popolo nella storia del mondo. Ma da un punto di vista divino, dovremmo smussarla un pochino e dire che questa non è una storia di sopravvivenza di volontà umana o del desiderio di rimanere uniti come nazione, ma piuttosto, questa è una storia di protezione e conservazione divina. Ci sono ancora Ebrei nel mondo perché Dio si è assicurato che ci siano.

Sono ancora identificabili nella loro tribù di appartenenza, anche se loro personalmente non sanno a quale tribù appartengono perché i registri furono distrutti nel 70 d.C. quando i Romani distrussero il tempio, però Dio sa a quale tribù appartengono e Dio identificherà nuovamente quelle tribù e ne sceglierà 12.000 da ogni tribù per costituire i 144.000 Ebrei che predicheranno il vangelo alla fine della storia dell’umanità. Essi potranno ancora essere identificati con le loro tribù originali, anche nel tempo della Tribolazione, proprio prima del ritorno di Gesù Cristo, hanno una storia incredibile.

Si, c’è un elemento umano nella loro sopravvivenza, ma ben più importante, loro hanno una storia incredibile della protezione e della preservazione di Dio. Dio li ha provvidenzialmente protetti e preservati, cioè ha ordinando le circostanze per la loro sopravvivenza. In svariate occiasioni li ha anche protetti miracolosamente sospendendo il corso normale della storia ed il modo in cui le cose operano nel mondo per la loro protezione. Come la separazione del mare affinchè potessero attraversarlo sull’asciuto all’uscita dall’Egitto. Cosìcchè sotto la provvidenza di Dio, nella quale Lui ordina le circostanze, ed il potere miracoloso di Dio, nel quale sospese la natura, Dio si è assicurato che I Giudei non si estinguessero.

Ora questo è incredibile: prima di tutto perchè sono un piccolo gruppo di persone. Sono un piccolo gruppo di persone. Ad ogni modo un popolo eccezionale, per quanto riguarda l’umanità, sono il popolo più nobile tra gli esseri umani, sono un popolo molto eccezionale, ma sono stati scelti da Dio per i suoi propositi personali, e non sono quello che sono perchè se lo sono guadagnato, non sono quello che sono perchè gli era dovuto. Sono quello che sono perchè Dio aveva deciso che sarebbero stato così, e furono scelti da Dio per essere una nazione benedetta e tramite di loro avrebbe benedetto il mondo.

E visto che furono scelti da Dio per dei propositi ancora non adempiuti, sono il bersaglio per i nemici di Dio. Sono il bersaglio di Satana, l’arcinemico di Dio. Sono il bersaglio dei demoni, I co-cospiratori ed i portatori di malvagità soprannaturale nel mondo. Sono il bersaglio degli uomini, esseri umani che si trovano sotto il potere del regno delle tenebre. A livello demoniaco ed umano, ci sono stati sfrozi ripetuti per eliminare gli Ebrei nel corso della storia, senza successo, ma rimangono comunque l’obiettivo principale delle forze dell’inferno e degli uomini che servono quelle forze per ostacolare gli scopi finali di Dio. Potrei aggiungere che furono tutti sforzi infruttuosi.

Ma quando consideriamo la loro storia, capiamo che si tratta di un piccolo gruppo di persone che vive in un luogo molto vulnerabile nel Medio Oriente, circondato da un sacco di potenze Pagane, che durante il corso della loro storia volevano obliterarli, però sopravvissero. Avrebbero potuto scomparire tante volte, una carestia al tempo di Giacobbe e dei suoi figli avrebbe potuto distruggerli, letteralmente avrebbero potuto morire di fame, ma Dio non lo permise.

Tramite un tradimento, Dio portò uno dei figli di Giacobbe in mezzo all’Egitto e gli diede tutta l’autorità di amministrare il cibo, e loro sapevano che era disponibile grazie ad un sogno che ebbe Giuseppe, vi ricordate? L’Egitto era pronto per le carestie e poteva fornire cibo ad altre nazioni che avrebbero potuto perire senza di loro. Dio stabilì Giuseppe, lo rese un interprete di sogni, gli fece preparare l’Egitto per la carestia, e così facendo salvò Giacobbe... o Israele. E quando i fratelli di Giuseppe vennero per cercare di ricevere del cibo dai magazzini d’Egitto, c’era la possibilità che Giuseppe fosse stato così arrabbiato e pieno di vendetta perché l’avevano tradito e venduto come schiavo che avrebbe potuto decidere di ucciderli, ma Dio non permise nemmeno quello.

Dio operò tramite la compassione ed il perdono nel cuore di Giuseppe per risparmiare i suoi fratelli e così facendo perpetuare la famiglia. Quella famiglia rimase in Egitto, crebbe da una piccola famiglia quella di Giacobbe, a diversi milioni di persone, due milioni di persone nella terra di Goshen. Ci vollero quattrocento anni affinchè quella nazione si sviluppasse ed alla fine di quel periodo, le piaghe colpirono l’Egitto, e quelle piaghe ebbero effetti mortali devastanti sugli Egiziani ed avrebbero anche potuto colpire gli Israeliti se Dio non avesse fatto in modo che non accadesse.

L’uccisione dei primogeniti avrebbe potuto devastare gli Ebrei se Dio non fosse intervenuto ed avesse fornito un modo per salvare i primogeniti tramite il sangue dell’agnello sacrificale sullo stipite della porta e sull’architrave. Il faraone avrebbe potuto massacrare in massa gli Ebrei fuggitivi, e di fatto fu proprio quello che cercò di fare quando li inseguì, se Dio non avesse aperto il mare lasciando gli Ebrei passassero ed annegando l’intero esercito del faraone quando il mare si rovesciò su di loro. Avrebbero potuto scomparire dalla storia Durante il corso dei quarant’anni nei quali vagarono nel deserto. Si lamentarono, si ribellarono, peccarono violentemente contro Dio ed un’intera generazione morì ed i loro cadaveri si seccarono nel deserto.

Ma tra di loro, sotto la guida di Giosuè ci fu un residuo che riuscì ad entrare nella Terra Promessa. Quando entrarono in Canaan, avrebbero potuto essere distrutti di nuovo, perché erano un gruppo di persone misero e stavano entrando in un paese nel quale affrontarono formidabili nemici Pagani che non volevano rinunciare alla loro terra e alle loro proprietà. Avrebbero potuto esser distrutti da un qualunque numero di nemici che occupavano la terra di Canaan che dovevano conquistare, ma Dio fece in modo che non accadesse. Questo fu metaforicamente dimostrato dal fatto che un enorme Golia fu ucciso da un pastorello con una pietra ed una fionda, e quella era esattamente la situazione, nella terra di Canaan, Israele era come un pastore con una fionda contro un enorme gigante, ma Dio fece in modo che sopravvivessero.

Non è solo una storia di sopravvivenza umana, è una storia di preservazione divina. E sapete cosa successe quando arrivarono nella terra e si stabilirono, si sparsero e divisero in tribù e già sapete cosa successe, si ritrovarono in idolatria. Si ritrovarono in apostasia, si coinvolsero nell’adorazione di falsi dèi e poi si rirtovarono in immoralità e la loro religione divenne di conseguenza superficiale ed ipocrita. Cominciarono ad essere assorbiti nella cultura Pagana, ed avrebbero potuto letteralmente scomparire mischiandosi con le nazioni. Ma Dio fece in modo che ciò non accadesse. Avrebbero potuto perdersi per sempre a causa dei matrimoni Pagani e la loro etnia si sarebbe dissipata.

E quando il regno si divise, dieci tribù andarono al nord e stabilirono quello che divenne noto come Israele, e due tribù, Giuda e Beniamino, rimasero al sud che divenne noto come Giuda. Al nord, negli anni successivi non ci fu neanche un re buono. Tutti erano così ribelli e malvagi che Dio li giudicò, e nel 722 a.C. gli Assiri vennero, saccheggiarono il regno del nord e portarono in cattività tutti coloro che non uccisero e quella gente non tornò mai più, scomparvero nel crogiolo delle nazioni, sparirono completamente dall’esistenza. E dopotutto rimasero le due tribù nel sud e le persone delle altre dieci che erano migrate al sud prima che il regno del nord fosse distrutto. E così, nel sud c’erano persone di ogni tribù.

Però successivamente, i Babilonesi arrivarono attorno al 600, saccheggiarono Gerusalemme e massacrarono la loro gente. E coloro che non furono uccisi, vennero trascinati a Babilonia dove dovevano associarsi alla cultura Caldea. Persone come Daniele ed i suoi tre amici furono nominati con nomi diversi che li collegavano con gli dèi Caldei/Babilonesi, e poi dovevano essere addestrati nella loro cultura.

Quello avrebbe potuto segnare la fine. L’intero popolo di Dio avrebbe potuto essere letteralmente assorbito dai matrimoni e dal miscuglio della religione Babilonese per poi esser perduto per sempre nella storia dell’umanità, ma non accadde. Non furono mai assorbiti nella cultura Caldea. In accordo con la storia, settant’anni dopo un enorme residuo della popolazione ritornò e si ristabilì la terra.

In Persia sorse un re, il suo nome era Serse... quello sarebbe il suo nome Greco. L’altro suo nome, forse quello con il quale lo conoscete è Assuero... regnò in Persia dal 486 al 465 circa, e gli Ebrei erano ancora lì intatti. Tuttavia, ci fu un tentativo di genocidio guidato da un uomo chiamato Aman, che voleva sterminare gli Ebrei. E visto che la storia è raccontata nel libro di Ester, vi ricorderete di come Dio usò Ester nel regno Persiano al momento giusto per salvare gli Ebrei dal genocidio. Dio dovette stabilire provvidenzialmente il fatto che il re avrebbe avuto un concorso di bellezza e che scelse Ester come vincitrice.

Lei divenne sua moglie ed il suo favore nei suoi confronti salvò il suo popolo. Ogni anno c’è una festa organizzata dagli Ebrei che si chiama “La festa dei Purim”, P-U-R-I-M. Non è una festa biblica, non è registrata nelle Scritture. È come la Hanukkah, che sarebbe l’altra festa Ebraica che non si trova nelle Scritture. Il Purim è la celebrazione della loro sopravvivenza. È la celebrazione di Ester e della sopravvivenza del popolo Ebraico.

Poi venne la potenza Greca, ed Antioco Epifane attaccò e massacrò gli Ebrei. Poi nel 70 d.C. vennero i Romani e secondo qualsiasi relato massacrarono centinaia di migliaia di Ebrei, distrussero Gerusalemme, il tempio, e poi, negli anni successivi, andarono in circa mille città e villaggi nel paese d’Israele e massacrarono la popolazione. La storia della loro sopravvivenza è una sorprendente storia di protezione divina.

Giusto per riassumenre il tutto, dall’anno 250 d.C., fino al 1933, e potete controllare i fatti perchè è tutto descritto molto, molto bene. Gli Ebrei in vari luoghi... e stiamo parlando soprattutto in Europa, ma dentro ed intorno all’Europa che si estendeva fino al Medio Oriente e all’Africa... in vari luoghi e stagioni, gli Ebrei furono attaccati, espulsi dalle città, espulsi dai paesi, costretti e minacciati a convertirsi, ridotti in schiavitù, resi illegali, massacrati, le loro proprietà furono confiscate, furono costretti a indossare distintivi d’identificazione per l’alienazione sociale, furono sottoposti a inquisizioni mortali, ed in diverse occasioni furono bruciati vivi e questo dal 250 al 1933. E poi si riprese di nuovo dal 1938 al 1945 con l’Olocausto dove diversi milioni di Ebrei furono massacrati sotto Hitler.

E, oggi, sono l’oggetto diretto di tutto l’odio accumulato dal mondo islamico che vuole obliterarli e rimuoverli dalla faccia della terra. Quindi, quando parliamo della sopravvivenza degli Ebrei stiamo parlando di qualcosa di veramente sorprendente, ed è qualcosa di più di una testimonianza della loro volontà di sopravvivenza, è una testimonianza della preservazione di Dio. Quella è l’unica spiegazione. Sono un piccolo popolo. Non sono un popolo potente. Oh, al giorno d’oggi hanno ricevuto alcune armi potenti, ma, militarmente parlando, per tutto il corso della loro storia sono stati un piccolo popolo debole ed assediato.

Sì, avevano una grande volontà vivere, ma quella non è una spiegazione. La spiegazione è il proposito di Dio. Perché sono sopravvissuti fino ad oggi come popolo? E la risposta è perché Dio non ha ancora adempiuto la Sua promessa ad Abramo, Davide ed i profeti, di benedire Israele con la salvezza e di rendere Israele una benedizione per il mondo. Quello non accadrà finché, come nazione, non porranno la loro fiducia in Gesù Cristo, e quello accadrà nel futuro.

L’abbiamo visto, Zaccaria 12:10, “guarderanno a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo rimpiangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito”, saranno salvati e poi tramite di loro il mondo intero sarà benedetto quando il Signore porterà il Suo Regno, Zaccaria dal 12 al 14. La salvezza futura d’Israele è una promessa dell’Antico Testamento, così come è una promessa del Nuovo Testamento. Nell’undicesimo capitolo di Romani, un capitolo molto, molto importante, l’apostolo Paolo sta parlando proprio di questa questione, “Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità dei Gentili”.

Quella è la chiesa, “finchè non sia entrata la totalità dei Gentili”, in altre parole, quando tutti gli eletti della chiesa saranno radunati, quando quello sarà completo, “allora tutto Israele sarà salvato”. E Paolo dice, “Così com’è scritto” e poi cita dal libro d‘Isaia “il Liberatore verrà da Sion, Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà, e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati”, questo è da Isaia 59. Dunque Paolo dice che sta arrivando un tempo in cui la chiesa sarà completa, e poi, quando sarà completa, la salvezza d’Israele arriverà, e quello sarebbe il patto di Dio nei loro confronti.

Sono conservati per una salvezza futura. Hanno bisogno di esser salvati in modo che possano essere benedetti, perché quella era la promessa di Dio in Genesi 12 e ripetuta più e più volte ad Abraamo. Però non solo che siano salvati e benedetti a sè stessi, ma affinchè tramite di loro il mondo sia benedetto. Quando saranno salvati, il Messia verrà, stabilirà il suo regno, e regnerà da Gerusalemme su Israele e su tutto il mondo. Israele diventerà la nazione più potente ed influente del mondo e saranno un’influenza per la pace e la giustizia. Non solo saranno benedetti, ma benediranno il mondo. Quella è la promessa di Dio, e non è cambiata, ed è per questo che sono ancora in giro.

Però c’è un’altra realtà molto importante da considerare. Stiamo parlando di una nazione che di per se è debole e vulnerabile, e stiamo parlando di una nazione che fu assediata di attachi dall’inferno e dalle persone. Ma stiamo anche parlando di qualcos’altro che dev’esser considerato, e sarebbe questo: non è solo il fatto che sono sopravvisuti all’odio delle forze dell’inferno e delle potenze del mondo, ma che contemporaneamente, ascoltatemi bene, si sono ritrovati sotto il giudizio divino.

Voglio dire, sono tre strike. Erano sotto il giudizio divino, e questo risale al testo di Mosè, Deuteronomio, quando si trovarono al confine della terra (promessa), pronti ad entrarvici e Dio disse loro questo: “Obbeditemi e sarete benedetti”, ve lo ricordate? Deuteronomio 27 e 28? Voi mi obbedirete ed io vi benedirò. Se mi disobbedirete, vi maledirò. E Dio scrisse le benedizioni e scrisse le maledizioni. E potete tornare indietro a leggerle e questa è la loro storia. Hanno disobbedito e continuano a farlo e sono un popolo maledetto, si trovano sotto il giudizio di Dio.

Dunque Dio, sta preservando quelle stesse persone che stava anche giudicando. E o ha fatto fin dall’inizio, ha già iniziato nell’Antico Testamento e li ha giudicati per tutto il resto della storia dell’umanità, contemporaneamente li ha preservati sotto quello stesso giudizio. Il giudizio d’Israele continua al giorno d’oggi; il giudizio del popolo Ebraico continua perché hanno rigettato Cristo, 1 Corinzi 16:22 dice che “Se qualcuno non ama il Signore Gesù Cristo, sia anatema”.

Nel passato furono maledetti per la loro disobbedienza, ma furono doppiamente maledetti perché hanno rigettato Gesù Cristo. E quando oggi guardate ad Israele, vedete una nazione che non ha ancora sperimentato la benedizione di Dio, una nazione apostata. Un popolo che rifiuta Cristo. La cui religione non è pia, pretendono di adorare il Dio di Abraamo, Isacco e Giacobbe, ma non è vero, non possono perché non si può onorare il Padre se non si onora il Figlio. Sono sleali, disobbedienti a Dio.

Dice Romani 11:28 che sono nemici del vangelo, sono nemici del vangelo. Negano la Trinità, i Giudei negano la divinità di Cristo. Negano il vero insegnamento dell’Antico Testamento e negano tutto il Nuovo Testamento, e quello non risulta in benedizione. Rifiutano il loro Messia. Credono che i Cristiani sono dei bestemmiatori perché adorano un uomo che, secondo loro, era un bestemmiatore. Accolgono la menzogna della salvezza per opere, lo sforzo umano e la giustizia personale. E così in questo momento sono un popolo maledetto sotto il giudizio, però allo stesso tempo sono preservati da Dio.

Se dovessimo suggerire che una nazione così debole, così piccola e così antica sarebbe ancora in giro, la storia stessa vi direbbe che è un’idea assurda. Se poi aggiungeste la componente del fatto che enormi forze naturali e soprannaturali si scagliarono contro di loro non ci sarebbe alcuna possibilità della loro esistenza. E per di più, se si aggiungesse il fatto che Dio ha emanato giudizi contro di loro per millenni, si potrebbe supporre che la loro sopravvivenza sarebbe del tutto impossibile. Ma sono ancora lì e Dio li ha preservati come nazione per poi alla fine salvarli.

Alla fine del capitolo 13 di Luca, il nostro Signore guarda Gerusalemme... una città che rappresenta tutta la nazione... e dice questo, “Gerusalemme, Gerusalemme” versetto 34, Luca 13 – “una città che uccide i profeti e lapida coloro che le sono mandati”, e lo stavano per uccidere, e poi dice, “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali e voi non avete voluto!” Quella casa è ancora desolata. Il popolo Ebraico è desolato. Non hanno alcuna relazione con Dio.

Ora ci sono Ebrei credenti che sono venuti alla fede in Cristo che fanno parte della chiesa, Ebrei e Gentili, ma io sto parlando della nazione stessa, del popolo. Ma gli dice in Luca 13:35: “Io vi dico, non mi vedrete più fino al giorno in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. C’è un tempo futuro nel quale Israele guarderà a Gesù Cristo e dirà: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Riconosceranno il loro Messia. Zaccaria scrisse proprio di questo, e questo è quando guarderanno a Colui che hanno trafitto, piangeranno per Lui come a un unigenito Figlio, e una fonte di purificazione gli si aprirà. Questa è la loro salvezza futura.

Ora, i profeti dell’Antico Testamento scrissero di questo, e non lo scrissero vagamente. Visto che abbiamo il tempo questa mattina, voglio mostrarvi due porzioni della Scrittura. Andate a Ezechiele 36. Ci sono altri due profeti che spiccano insiame a Isaia, naturalmente... Profeti Maggiori. Sarebbero Ezechiele e Geremia. E potremmo anche aggiungerci Daniele, però Ezechiele e Geremia erano profeti più o meno nello stesso periodo. Arrrivarono circa cento anni dopo Isaia, e profetizzarono proprio quando i Babilonesi attaccarono. Ezechiele stesso venne portato in cattività nel 597; Geremia venne gettato in una fossa e finì fuggendo in Egitto, e dunque erano entrambi vivi quando arrivò l’olocausto dell’invasione Babilonese. Le loro profezie, i loro messaggi, sono molto importanti e molto pertinenti, ricevuti da Dio e diffusi in un momento di grande crisi.

Ezechiele 36, vediamo alcuni dettagli molto importanti nel versetto 16; ecco il messaggio che venne al popolo d’Israele, il popolo Ebraico. Versetto 16, “La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini:” ed ecco la storia “Figlio d’uomo”, questo è un titolo dato a Ezechiele “quando quelli della casa d’Israele abitavano il loro paese, lo contaminavano con la loro condotta e con le loro azioni; la loro condotta era davanti a me come l'impurità della donna quando ha i suoi corsi”. Una descrizione molto grezza. “Perciò io riversai su di loro il mio furore a motivo del sangue che avevano sparso sul paese e perché l'avevano contaminato con i loro idoli; li dispersi fra le nazioni ed essi furono sparsi per tutti i paesi; io li giudicai secondo la loro condotta e secondo le loro azioni”.

Ed è esattamente quello che successe. Si chiama “Diaspora”, ed ogni Ebreo lo sa bene. Ed iniziò con la deportazione Babilonese. Alcuni tornarono per ricostituire la nazione, ma quello fu l’inizio della dispersione, e come tutti sappiamo, anche dopo la ricostruzione e la restaurazione della nazione gli Ebrei furono dispersi negli angoli più remoti del mondo. E questo fa parte del loro giudizio. Comunque, versetto 20: “E, giunti fra le nazioni dove sono andati, hanno profanato il nome mio santo”.

Come hanno fatto? “Poichè si diceva di loro: “Costoro sono il popolo del Signore, e sono usciti dal suo paese”, che cosa sta dicendo? Sta dicendo questo: Quando furono sparsi in tutto il mondo, profanarono il Mio nome santo perché le persone dicevano: “Che razza di Dio ha questo popolo che non riesce nemmeno a tenerli nella loro terra? E si facevano beffe di Dio, le nazioni si facevano beffe di Dio. Il Dio degli Ebrei fu deriso dalle nazioni nelle quali furono sparsi durante il corso della storia dell’umanità.

E così, nel versetto 21 Dio dice: “Io ho avuto pietà del mio nome santo, che la casa d’Israele profanava fra le nazioni dov’è andata”. Era difficile convincere il resto delle nazioni della grandezza, gloria e la potenza del loro Dio quando Ebrei in tutto il mondo furono assediati ed in lotta per tutto il corso della loro storia. Non era neanche riuscito a tenerli nella loro terra. E se oggi chiedete a qualcuno in Medio Oriente, “Chi ha il Dio più potente, l’Islam o il Giudaismo? Cosa pensate che direbbero? Il Dio che ha soldi, le armi, il potere, le popolazioni e le masse è Allah. Questo è un esempio della profanazione del nome del Dio vero nella dispersione degli Ebrei durante il corso della storia.

Il versetto 22 è il “Perciò”, “Perciò dì alla casa d’Israele: Così parla Dio il Signore: io agisco così, non a causa di voi, o casa d’Israele”, questo non è per voi “ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati”. Dio sta dicendo: “devo fare qualcosa per riguadagnarmi la reputazione”, “Io” versetto 23 - “santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l’avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono il Signore”, dichiara il Signore Dio, “quando mi dimostrerò santo in mezzo a voi al loro cospetto”. “

L’unico modo in cui potrò mettere in mostra la mia gloria tra le nazioni è mettere in mostra la mia gloria tramite di voi. Come? Prima, versetto 24, “Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese”. Be, ed abbiamo già un’anteprima di quello, vero? Nel 1948, ritornarono e ricostituirono la loro nazione. E questo è un fatto... un fatto incontrovertibile... sono lì. Quella non è la salvezza d’Israele, quello è semplicemente un’anteprima, ed un’indicazione di ciò che verrà. Io vi radunerò, e poi, quando vi riporterò nella terra, e questo avverrà... questo sta accadendo sotto i nostri occhi, vero? Ebrei che stanno migrando ed arrivando da tutto il mondo, ed alcuni di loro vengono persino a Cristo come indivdui. Alcuni di loro stanno accogliendo il vangelo proprio adesso, abbracciando Gesù come loro Messia.

Ma la nazione rimane ferma contro Cristo come popolo, però nel futuro il giorno verrà, e quì sta parlando del popolo, della nazione, della casa d’Israele, versetto 25, ecco la chiave, “vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi un nuovo spirito; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”, questa è una dichiarazione di salvezza, ed è drammatica.

Dio un giorno salverà gli Ebrei per il suo nome santo, per rivendicare la sua fedeltà e dimostrare la sua gloria. Già si trova in procinto di radunarli, ma nel futuro li salverà. Ora guardate le sue componenti, questi sono tutti elementi della salvezza. Versetto 25, “vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli”, ecco cos’è la salvezza, è il bagno della rigenerazione, vero? È la purificazione, la santificazione.

E poi dice nel versetto 2,... versetto 26, il secondo di questi due versetti, “Vi darò un cuore nuovo”, questa è la rigenerazione. Si potrebbe dire che la purificazione è la santificazione ed il cuore nuovo è la rigenerazione. Un cuore nuovo significa una nuova vita, ed io vi darò un nuovo Spirito, una nuova disposizione, un nuovo atteggiamento, una nuova natura... questa è la conversione... una nuova mente, nuovi affetti, vi darò un nuovo potere, “un nuovo potere”? Di che si tratta? “Metterò dentro di voi il Mio Spirito”, ed in base alla potenza dello Spirito, farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. Un nuovo comportamento, obbedienza; una nuova condizione, la santificazione, l’purificati dal peccato; un nuovo cuore, la rigenerazione; una nuova disposizione o spirito, la conversione; un nuovo potere, lo Spirito Santo dimorante; un nuovo comportamento, l’obbedienza.

Tutto questo verrà nel futuro a Israele. Questa è la salvezza del popolo. Amo questo, versetto 28: “Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio. Inoltre, vi libererò da tutte le vostre impurità”, giù al versetto 31 dice, “Allora vi ricorderete delle vostre vie malvagie e delle vostre azioni, che non erano buone, ed avrete disgusto di voi stessi a motivo delle vostre iniquità e delle vostre abominazioni”. Questa è la sostanza del vero ravvedimento, giusto? Guarderanno indietro ai loro peccati e le loro trasgressioni ed ascolteranno la predicazione del vangelo. Da chi la sentiranno? Dai centoquarantaquattromila Ebrei, dai Gentili da ogni lingua, tribù e nazione convertiti durante il periodo della Tribolazione, da angeli celesti, dai due testimoni.

Durante quel periodo finale di giudizio divino prima del ritorno di Cristo, il vangelo sarà ovunque sulla terra. Ascolteranno il vangelo, vedranno il loro peccato, si ravvederanno, guarderanno a Colui che hanno trafitto; faranno cordoglio come lo si fa per un Figlio unico. Saranno santificati, rigenerati, convertiti, potenziati dallo Spirito e trasformati in obbedienti seguaci di Cristo. Questo è il fatto. Versetto 32, “Non è per amor di voi che agisco così, ma per amor mio”. In quel giorno - versetto 33 “Io vi purificherò di tutte le vostre iniquità, farò in modo che le città saranno abitate e le rovine saranno ricostruite”, questa è la salvezza, e quì questo è promesso a Israele, la vera conversione alla gloria di Dio.

Ora voglio che andiate a Geremia 31, Geremia 31. E voglio solo guardarlo molto brevemente perché il tempo sta finendo: Geremia 31:31, questo è il punto più elevato della profezia di Geremia, “Ecco i giorni vengono”, futuro, “dice il Signore, in cui farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda, non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore”, dice il Signore”. Che patto sarebbe quello? Quello è il patto della Legge, è il Patto Mosaico dato sul Sinai, e lo ruppero ancora prima che Mosè potesse scendere a leggerglielo e quando scese, lo stavano già infrangendo, non potevano rispettarlo. È un patto che nessuno poteva mantenere, e quindi vi darò un nuovo patto. Farò un nuovo patto, non come quello”.

Qual è la natura del nuovo patto? Versetto 33: “ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni”, alla fine della storia ecco la differenza, “Quella legge era all’esterno, questa è diversa, metterò la Mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” - la stessa cosa che disse Ezechiele - “e nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: “Conosci il Signore”. In Israele, l’evangelismo terminerà perché tutti conosceranno il Signore. “poiché tutti mi conosceranno, dal piú piccolo al piú grande”, dice il Signore. “Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato”.

Questa è la conversione della nazione. I componenti sono gli stessi. Qui c’è perdono, rigenerazione, conversione, una vera conoscenza, obbedienza. Si riconosceranno come miserabili peccatori, e crederanno che il Signore Gesù è l’unico Salvatore. E lo crederanno collettivamente come nazione, e amici, questo di per sè è testimonianza della sovranità di Dio nella salvezza. L’unico modo in cui possiamo esser salvati è per opera sovrana di Dio. L’unico modo in cui le nazioni possono esser salvate, e di fatto c’è solo una nazione a cui viene promessa la salvezza in un momento, sarebbe per un atto sovrano di Dio, perché non tutti gli Ebrei arriveranno alla stessa conclusione liberamente e personalmente nello stesso momento. Dio li salverà.

E meravigliosamente, questo nuovo patto fu stretto con Israele, ma Israele rigettò il loro Messia, e dopo la morte e la resurrezione di Cristo, il nuovo patto fu instaurato per accogliere tutti, tutti. Non vergognatevi del Vangelo perché è la potenza di Dio per la salvezza, del Giudeo prima, cronologicamente, ma anche del Gentile. Oppure in Romani 10, la salvezza è per il Giudeo e per il Gentile. Chiunque invochi il nome del Signore sarà salvato. Così il Nuovo patto fu ratificato nella morte di Gesù Cristo ed esteso al di là d’Israele alla chiesa. La chiesa non c’era quando fu promesso a Israele. Ma ora che la chiesa è arrivata noi veniamo salvati allo stesso modo, da quello stesso nuovo patto. Ecco perché Paolo in 2 Corinzi 3:6 dice: “Noi siamo ministri del Nuovo Patto”, e Paolo stava parlando ai Gentili.

Dopo che la totalità degli stranieri entrerà tramite il nuovo patto, allora verrà la salvezza d’Israele. Il versetto 31 parla della riconciliazione. Il versetto 31 dice: “Farò un nuovo patto”, il versetto 33 parla della rigenerazione: “Metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore ed io sarò il loro Dio, essi saranno il mio popolo” la comunione. Parla della conoscenza, avranno una vera conoscenza, conosceranno il Signore. Parla del perdono, tutte queste sono componenti della salvezza.

Va bene, l’avete capita, adesso scendiamo per un atterraggio. Tornate indietro a Isaia 53. Quando arriveranno a questo punto nel futuro, faranno la confessione che si trova in Isaia 53; queste saranno le loro parole, andiamo al nostro testo, dal versetto 4 al 6. Guarderanno indietro al Cristo che trafissero, rivaluteranno il loro atteggiamento. Dice il versetto uno che non credettero: “Chi ha creduto a quello che abbiamo annunziato?” Pochi. Chi ha veramente compreso la rivelazione del braccio del Signore? La potenza di Dio nel Signore Gesù Cristo? Pochissimi. Non eravamo impressionati dalla Sua origine. Era come un ramo pollonante, era come una radice che esce da un arido suolo. Non eravamo impressionati dalla Sua vita; non aveva nè forma nè bellezza, niente ci attraeva, di certo non eravamo impressionati dalla Sua morte. Disprezzato, abbandonato dagli uomini, uomo di dolore. Nella sua morte era così spregiato che non volevamo nemmeno guardarlo. Era disprezzato e lo consideravamo un nulla. Era una nullità. Questo è quello che pensavamo.

Ma ora, tutto è cambiato. Ora sappiamo che tutte quelle pene e tutti quei dolori erano nostri. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato, ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato. Pensavamo che Dio lo stesse punendo a causa della sua bestemmia. Ora, sappiamo che Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui. Completa inversione della stima riguardo a Cristo. In quel giorno futuro ammetteranno il loro orribile errore, e lo confesseranno. Conoscono la storia di Gesù. Sanno che è stato trafitto; sanno che è stato schiacciato, o picchiato. Sanno che fu punito alla fine di un processo fasullo. Sanno che fu flagellato, tutto questo fa parte della loro storia, ogni Ebreo conosce queste cose.

Ma un giorno ammetteranno che non è stato per le sue bestemmie, ma per le loro. Diranno: “Comprendiamo le nostre trasgressioni. Comprendiamo le nostre iniquità”. Le nostre trasgressioni, le nostre iniquità, queste sono negative. Confesseranno che Gesù è stato punito da Dio per le loro trasgressioni. E questo significa violazioni; “trasgressioni” significa, l’oltrepassare della linea, il violare la Legge di Dio. Iniquità invece è un termine diverso. Essenzialmente è una parola che significa piegare doppiamente, di esser contorto come un pretzel, piegare doppiamente. Sono perversioni, sappiamo che Egli soffrì per le nostre perversioni, per le nostre violazioni, e questo è al negativo.

Il positivo è che ha sofferto per portarci pace. Lo vedi lì in mezzo al versetto, “abbiamo pace”. La punizione per la nostra pace cadde su di Lui, “e mendiante le sue lividure noi siamo stati guariti”. Ecco il lato positivo. Egli morì sotto il peso della punizione di Dio contro le nostre trasgressioni e le nostre iniquità, le nostre violazioni e le nostre perversioni. E così facendo, acquistò per noi la pace e guarigione. La pace è Shalom in Ebraico. Shalom, pace, completa benedizione e guarigione, integrità spirituale, salute spirituale. La morte del medico ha fatto guarire il paziente. Eravamo peccatori e quindi malati, addolorati, dolenti, colpevoli... colpevoli di violazioni, colpevoli di perversioni, separati da Dio, senza pace, senza salute spirituale.

Ma Lui ha preso i nostri peccati e le nostre pene, i nostri dolori e tutto ciò che è incluso con il peccato e si è posto... volontariamente sotto il giudizio di Dio per essere punito per i nostri peccati e per acquistare la nostra pace con Dio e la nostra beatitudine veritiera. Così farà tutta la nazione d’Israele, almeno un terzo dopo che i due terzi dei ribelli sono stati epurati, secondo Zaccaria. Un terzo della nazione confessa il lungo, lungo rifiuto di Cristo, la continua bestemmia contro Dio, e saranno salvato. Questa è la stupefacente realtà del futuro per la nazione Israele.

Però c’è un’altra cosa che voglio fare questa mattina ed è aiutarvi a vedere il versetto 6 in un altro modo. Nel versetto 6, abbiamo il più profondo riconoscimento del peccato. Quando diranno: “lo stimavamo, o lo consideravamo, pensavamo di lui, avevamo calcolato in maniera erronea”, in altre parole, il nostro pensiero era corrotto, eravamo in errore su ciò che pensavamo, parlano del comportamento, e queste sono le trasgressioni, le iniquità, e parleranno delle privazioni; e tutti i peccatori lo riconoscono, parleranno della mancanza di pace, la mancanza di Shalom; mancano di pace con Dio. Non avevano, come lo chiama Isaia 54, “il patto di pace, che non può esser rimosso”. Mancavano anche d’integrità, di salute spirituale, erano malati. Il capitolo 1 dice: “Malati dalla testa ai piedi, malati nel peccato”.

Quindi capiscono questi problemi - il pensiero corrotto, il comportamento corrotto e l’assenza di tutto ciò che è buono. Loro lo sanno. Ma c’è qualcos’altro con cui un peccatore deve fare i conti. E cioè che non è solo una questione di come pensiamo, di atteggiamenti; non è solo una questione di ciò che facciamo; non è solo una questione di ciò che ci manca, la confessione del peccato arriva fino in fondo. È una questione di chi siamo. Il problema è nella nostra natura, ed è qui che entra in gioco il versetto 6, è nella nostra natura. È più profondo di quanto molti riconoscerebbero, guardando a questa sezione. Questa parte della confessione non guarda alle manifestazioni del peccato, ma alle cause, ecco il problema. Tutti noi siamo come pecore, e ci siamo smarriti, ognuno di noi è andato per la propria via, e lui dice che è nella nostra natura.

Le pecore si comportano come pecore. Le pecore si comportano solo da pecore. Ci comportiamo coerentemente con la nostra natura. E, infatti, troveranno un parallelo nelle pecore. Le pecore sono stupide, indifese, vagabonde e disarmate. Non... non si riuniscono in branchi come le oche, e non frequentano le mandrie come le mucche, e visto che non stanno insieme sono una buona analogia. Hanno una tendenza intrinseca ad allontanarsi dalla sicurezza e dalle provviste, a non vagare in gruppo, ma da sole, ognuna per la propria strada. Seguono quell’impulso interiore che le porta lontano da tutto ciò che è sicuro, protetto e utile. Il nostro problema è nel profondo della nostra natura. Siamo come pecore, vagabondi indifesi, stupidi e impotenti.

Ricordate Matteo 9:36, Gesù vedendo le folle disse: “Sono come pecore che non hanno” cosa? “pastore”. Stavano solo andando per la loro strada, seguendo il loro percorso peccaminoso imposto dalla loro natura. Seguono l’intuizione della loro misera caduta. Questo è quello che fanno i peccatori. Questo è quello che fanno i peccatori. Voglio dire, quante opzioni hanno oggi i peccatori? Quante ne avete voi? Non c’è fine alle opzioni, puoi seguire la tua strada. E senza Gesù Cristo, lo farai; seguirai il sentiero del peccato che hai scelto. Andrai per la tua strada come fanno le pecore. Oh, ci saranno alcuni altri che andranno per la tua strada, quindi alla fine ti imbatterai in loro. Ma è tutto molto personale e molto indipendente. Questo è il modo in cui funzionano le pecore.

E questo fa parte di una confessione veritiera, gente. Questo è un ravvedimento genuino che riconosce che le prove del peccato tradiscono la natura del peccato, raccogliendo tutta quella colpa e tutta quella giusta punizione, e, per così dire, morendo non solo per quello che abbiamo fatto, ma per chi siamo. Gesù portò su di sé tutto il peso della nostra peccaminosità, nel senso che prese la punizione di Dio. Questo è ciò che dice il versetto alla fine. “Il Signore ha fatto cadere su di Lui l’iniquità di noi tutti”. Le nostre azioni malvagie, i nostri pensieri malvagi, le nostre privazioni malvagie e la nostra natura malvagia e per tutto quello, per tutto quello che il Servo Del Signore portò il pieno peso della punizione.

Questo è ciò che dice, “il Signore fece cadere su di Lui l’iniquità di tutti noi”, Il Signore Dio stesso scelse l’Agnello sacrificale, il Servo, il Messia, l’Agnello sacrificale. Il Servo Messia era volontariamente disposto a sottomettersi per diventare il vicario sostituto. Dio fece sì che Lui ricevette tutta la colpa che apparteneva a noi e ricevette la piena furia dell’ira divina. In quei versetti ci sono cinque modi diversi, cinque modi diversi nei quali si parla della disposizione vicaria sostitutiva di Gesù Cristo, morendo al nostro posto, questo è il cuore del vangelo.

Ora, solo una nota a piè di pagina. Non fu il peccato ad ucciderlo; è stato Dio ad ucciderlo. Non era il peccato. Lui non aveva alcun peccato. Era senza peccato, santo, innocuo, senza macchia, separato dal peccato. Non è stato il peccato ad uccidere Gesù, Dio uccise Gesù per pagare per il peccato che Lui non aveva mai commesso, ma tu ed io sì. Gesù non morì come un’influenza morale con l’intento di mostrare la potenza dell’amore. Gesù non morì come esempio di sacrificio per una causa nobile. Gesù non morì come nient’altro che un Christus Victor, questa era una teoria che uscì negli anni 30 ed è ancora in circolazione, dell’idea era che Gesù morì per vincere sui poteri ostili e per liberare l’umanità ed il cosmo dall’ingiustizia sociale. Gesù non morì perché siamo vittime intrappolate in circostanze ingiuste e abbiamo bisogno di essere riscattati.

C’è solo un modo per comprendere la morte di Cristo ed è nel principio della sostituzione penale. Egli fu il nostro sostituto per prendere la pena dei nostri peccati, e soddisfare la giustizia di Dio, ed il Nuovo Testamento afferma questo, non è vero? 2 Corinzi 5:21, “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”, e Pietro la mette giù così: “Egli portò nel Suo corpo i nostri peccati”, e Paolo dice in Galati 3, “Essendo divenuto maledizione per noi”, questa è l’affermazione del Nuovo Testamento della verità di Isaia 53. E Dio dunque non ci ha trattato secondo le nostre iniquità, non ci ha trattato secondo le nostre trasgressioni. Ma non ha neppure trascurato i nostri peccati, anzi ha punito Suo Figlio, il Servo, il Messia al nostro posto e la grazia regna sulla giustizia.

Questa sarà la confessione che Israele farà in futuro. Ma questa è la confessione che ogni peccatore può fare adesso, e tu puoi farla oggi. Ti ricordi 2 Corinzi 6:2, “Ora è il tempo favorevole, oggi è il giorno della salvezza”, parole prese di nuovo in prestito da Isaia, oggi è il giorno, ora è il tempo della salvezza. Paolo dice in Romani, citando di nuovo dal libro d’Isaia, Romani 10:11, “Chiunque crede in Lui non sarà deluso poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”, e questo è per adesso, questo è il tempo favorevole. Questo significa che Dio ti accetterà ora. Questo è il giorno della salvezza.

Padre, siamo arrivati di nuovo attraverso i ricchi tesori di quest’incredibile capitolo. Ed anche se abbiamo in realtà appena toccato con leggerezza un solo versetto, il versetto 6, siamo stati travolti da quest’enorme realtà che è il punto di questa grande sezione della Scrittura. E non è per un esercizio di apprendimento, non si tratta d’informazione; si tratta di salvezza.

E prego per le persone qui che ora comprendono pienamente il vangelo, comprendono il sacrificio di Cristo, che siano Ebrei o Gentili. Prego che oggi sia il giorno della salvezza. Che questo tempo accettabile diventi il loro tempo, anche... anche questa mattina, che si rivolgano a Cristo, che invochino il Suo nome per la salvezza. Salva i peccatori ora, Signore, per la gloria del Tuo nome, per la gloria del Tuo nome. Padre, compi quest’opera nei cuori, preghiamo anche ora, nel nome di Cristo.

FINE

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